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migranti ucraini

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

a Ginevra, i partiti giovanili della sinistra ecologista hanno lanciato oggi un'iniziativa cantonale che chiede trasporti pubblici gratuiti per tutti. Non si tratta della prima volta: proposte simili sono state portate avanti anche a Vaud, Friburgo e Neuchâtel, anche se, fino ad ora, senza risultato.

I fondi per realizzare il progetto dovrebbero provenire da una ripartizione più equa dell'aliquota fiscale dei contribuenti, sostengono gli iniziativisti per i quali un servizio pubblico gratuito renderebbe più semplice la vita a molte persone, soprattutto famiglie, studenti e anziani. Affinché i ginevrini si possano esprimere in votazione cantonale, i promotori devono ora raccogliere 8’157 firme valide. Staremo a vedere! Intanto vi lascio alle notizie di oggi.

Buona lettura!

rifugiati
© Ti-press

Oltre 3,2 milioni di persone sono scappate dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. In Svizzera ne sono finora giunte poco meno di 8’000. Sabato 12 marzo, il primo giorno di applicazione dello statuto S per rifugiati di guerra, ce ne erano 2’500.


Quante saranno le persone in fuga dal conflitto russo-ucraino a giungere in Svizzera dipende da due parametri: la dimensione della diaspora su cui poggiarsi e la distanza. Nella Confederazione ci sono circa 15’000 ucraini, ciò che rappresenta “una piccola diaspora rispetto ai nostri vicini europei”, è stato precisato oggi a Berna nel corso di una conferenza stampa.

Oltre 1’000 persone al giorno possono essere registrate nei centri federali d’asilo, sette giorni su sette. Ridurre significativamente i tempi di attesa è una delle nostre principali preoccupazioni, ha rilevato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) che sta anche lavorando su uno strumento online che permetta di compilare un modulo direttamente dal cellulare.

La SEM dispone attualmente di circa 9000 posti di alloggio ed è impegnata nella ricerca di ulteriori disponibilità. I cantoni stanno facendo altrettanto. La situazione è “accettabile” in Svizzera, ha rilevato davanti ai media Gaby Szöllösy, segretaria generale della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali, aggiungendo che la cooperazione tra i vari attori funziona molto bene.

vendita di alcolici
© Keystone / Christian Beutler

Al contrario delle previsioni degli esperti, in Svizzera le persone hanno bevuto meno alcol durante la pandemia di coronavirus. Il consumo mensile è calato di 2,6 boccali di birra a persona, un bicchiere di vino o uno shot di superalcolico.


Mediamente il consumo di alcolici è diminuito del 7,7%, si legge in un comunicato odierno di Dipendenze Svizzera. Il cosiddetto binge drinking, ovvero il consumo rapido di una grande quantità di alcol, ha registrato un calo del 17%.

I dati sono da ricondurre al limitato numero di incontri a causa delle misure anti-coronavirus, alla chiusura dei bar e anche a meno soldi nel portafogli. Se la maggioranza delle persone ha modificato poco le proprie abitudini, fra quelle con dipendenza si è assistito a una polarizzazione: alcuni hanno bevuto di più, altri di meno.

Più in generale un aumento si è riscontrato soprattutto fra i giovani e gli adulti fino ai 44 anni, mentre i più anziani hanno ricorso meno alla bottiglia. Le motivazioni per coloro che hanno bevuto di più sono in particolare il maggiore tempo libero, più stress, noia o cura improvvisata di stati depressivi. Chi ha bevuto meno, ha invece parlato di mancanza di incontri sociali o motivi di salute.

Verzasca
Keystone / Alessandro Crinari

La diga della Verzasca è con i suoi 220 metri tra le più alte d’Europa. Inaugurata nel 1965, dopo oltre mezzo secolo di attività, l’imponente struttura necessita ora di interventi di rinnovamento.


I lavori in questione sono il pretesto per approfondire l’affidabilità in fatto di funzionalità e sicurezza delle dighe più datate. Sono migliaia infatti gli sbarramenti di grandi dimensioni che presentano segni di usura.

Più vecchio non significa però più pericoloso. E anzi, spesso è vero il contrario. L’ingegnere civile Francesco Amberg afferma di sentirsi più in sicurezza oggi di quando l’impianto della Verzasca è diventato operativo.

“Il momento più critico è all’inizio, il primo riempimento, la prima scossa sismica”. Studi internazionali confermano che numerosi incidenti avvengono nei primi cinque anni dalla messa in funzione.

Swissinfo in russo.
swissinfo.ch

Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il servizio SWI swissinfo.ch in lingua russa ha più che triplicato i suoi utenti. Dai 50.000 iniziali si sono raggiunti ora i 162.000 visitatori. La maggior parte, ovvero il 32%, proviene dall’Ucraina, il 23% dalla Russia, il 9% dalla Svizzera e il 5% dalla Polonia. Il restante è sparso tra gli altri Paesi.


Il canale in russo è nato dieci anni fa e viene gestito da un team composto da quattro persone: tre di loro sono giornalisti di nazionalità russa, mentre la quarta è ucraina ed è la responsabile marketing e comunicazione.

Il team è collocato a Berna e produce contenuti propri, anche se in minima parte. Principalmente articoli nel campo delle connessioni bilaterali tra Svizzera e Russia e degli affari esteri. Si tratta infatti di temi con i quali i nostri giornalisti hanno un approccio diretto.

Molto spesso capita anche che il dipartimento in russo adatti il contenuto di altri colleghi che è stato scritto in un’altra lingua, così come fanno anche i servizi SWI swissinfo nelle altre lingue.

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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