La televisione svizzera per l’Italia
Proteste contro la guerra a Berna.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

anche nell’ambito della cultura elvetica si sentono le conseguenze della guerra scoppiata tra Russia e Ucraina. Il Festival di Lucerna ha infatti reso noto l’annullamento dei concerti di Valery Gergiev, direttore d'orchestra russo e amico del presidente Vladimir Putin, previsti in agosto. La ragione è l’esplosione dei conflitti, che gli organizzatori definiscono una violazione del diritto internazionale.

Il festival vuole inviare un "chiaro segnale di solidarietà al popolo ucraino", ha affermato il suo direttore Michael Haefliger in un comunicato odierno. Gergiev e l'orchestra Mariinsky di San Pietroburgo, da lui guidata, avrebbero dovuto esibirsi al centro culturale KKL di Lucerna il 21 e il 22 agosto. Ma la guerra in corso nell’est Europa è al centro anche di altre notizie odierne.

Buona lettura!


Conferenza stampa del Governo
Keystone / Peter Schneider

Alla luce dell’intervento militare russo in Ucraina, nel corso di una seduta urgente avvenuta nel pomeriggio di oggi, la Svizzera ha deciso di riprendere le sanzioni adottate dall’Unione europea il 23 e 25 febbraio.

I beni di una serie di persone e società sono stati bloccati con effetto immediato e vengono adottate subito una serie di sanzioni finanziarie contro il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro Mikhail Mishustin e il ministro degli esteri Sergey Lavrov. L’Esecutivo ha anche deciso di sospendere parzialmente l’accordo del 2009 sulla facilitazione del rilascio del visto per i russi. 

Il partito più votato in Svizzera, l’UDC (destra sovranista) ha intanto proposto che l’esercito elvetico venga fornito di ulteriori risorse. In particolare: un aumento della spesa per la difesa di due miliardi di franchi, un incremento degli effettivi di 20.000 unità e altre misure immediate.

“Gli eventi nell’Europa orientale ci mostrano che la pace non può essere data per scontata”, afferma l’UDC in un comunicato. La sicurezza e la libertà devono avere la massima priorità nella politica svizzera senza indugio, ha detto il partito.

rifugiati ucraini
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Anche la Commissione federale della migrazione si è espressa in merito al conflitto russo-ucraino, mettendo però i civili al centro delle discussioni.

L’organo extraparlamentare che funge da consulente del Consiglio federale per questioni inerenti la migrazione si è rivolto al Governo per chiedere la concessione “il più rapidamente possibile e senza complicazioni” di un permesso S (per persone bisognose di protezione) ai rifugiati ucraini.

Un numero considerevole di persone è già fuggito dall’Ucraina. L’ONU stima attualmente che quattro milioni di rifugiati potrebbero presto cercare protezione. Come nel 1999, durante la guerra nell’ex Jugoslavia, queste ammissioni dovrebbero essere concesse molto rapidamente e generosamente, spiega la Commissione.

Dal 2012, la Svizzera ha un piano di emergenza logistica per affrontare un possibile afflusso di massa di rifugiati. Nel caso dell’Ucraina, la Commissione ritiene che ci siano le condizioni per una rapida applicazione del permesso di soggiorno temporaneo per persone bisognose di protezione.

Farmaci
Keystone / Peter Schneider

Numerosi sono gli argomenti trattati nel 2021 dall’autorità federale delegata a supervisionare l’andamento dei prezzi, ossia il cosiddetto Sorvegliante dei prezzi: da quelli della sanità come le tariffe ospedaliere e il costo dei farmaci generici reputati elevati, al prezzo del gas, fortemente aumentato l’anno scorso.

L’introduzione di un sistema efficace di prezzi di riferimento dei farmaci (fino al 165% più cari che nei Paesi vicini) avrebbe potuto risolvere questo problema, ma il Parlamento ne ha respinto per il momento l’introduzione. Ora occorre quindi sviluppare rapidamente modelli alternativi e sistemi di incentivi quantomeno per mitigare il problema dei prezzi il più presto possibile.

Il Sorvegliante dei prezzi si è anche impegnato per quanto riguarda le tariffe ospedaliere per l’assicurazione malattie complementare. La sua indagine in proposito ha dimostrato che le tariffe ospedaliere sono elevate e sproporzionate rispetto agli effettivi costi aggiuntivi per i servizi supplementari, ad indicare che le tariffe nel settore delle assicurazioni complementari sono eccessive in tutta la Svizzera: è quindi necessario agire al più presto. In questo contesto il Sorvegliante dei prezzi è in stretto contatto con gli attori del settore e la FINMA.

Il forte aumento dei prezzi del gas dell’anno scorso ha poi spinto il Sorvegliante dei prezzi a chiedere spiegazioni: le compagnie in questione hanno giustificato tale aumento con l’incremento dei costi per l’approvvigionamento di gas naturale. Chiarimenti sono tutt’ora in corso.

Istruzione, scuola.
Keystone / Laurent Gillieron

Nel 2020, il 91,4% dei circa 82’500 giovani di 25 anni, che già a 15 anni si trovavano in Svizzera, aveva ottenuto un titolo di livello secondario II nell’ambito della formazione professionale o di quella generale.

È quanto emerge dai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST), che ha studiato in dettaglio alcuni dei fattori che influiscono sull’ottenimento di tale titolo. Per la formazione (licei, scuole professionali, eccetera) che segue l’istruzione di base obbligatoria giocano un ruolo importante l’origine sociale, la durata del soggiorno in Svizzera e il percorso scolastico nella scuola dell’obbligo.

“Si osservano notevoli differenze a seconda del gruppo preso in considerazione”, spiega l’ufficio di statistica, in particolare per genere (donne: 92,9%; uomini: 90,0%) e per categoria migratoria: le persone di nazionalità elvetica nate in Svizzera raggiungono una quota del 93,6%, mentre le persone di nazionalità straniera nate all’estero del 79,9%. Una percentuale che si alza all’84,2% per le persone di nazionalità straniera nate all’estero che risiedevano in Svizzera quasi dalla nascita. “L’ottenimento di un titolo è inversamente proporzionale al loro arrivo in Svizzera”, scrive l’UST.

Dalle analisi emerge anche che l’11,8% dei giovani senza alcun titolo – pari all’1% di tutti i giovani – all’età di 25 anni era ancora in formazione. Nei prossimi anni, conclude l’UST, ci si può quindi ancora aspettare un leggero aumento della proporzione dei titolari di un certificato.

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