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Donne svizzere.

Oggi in Svizzera

Care  lettrici e cari lettori,

c’è chi lo vede come l’ennesima strategia del sistema consumistico, chi invece come un’opportunità per comprare i regali di Natale in tempo, risparmiando anche qualcosina. Comunque la si pensi, in Svizzera, il Black Friday, previsto questo venerdì, dovrebbe generare quest’anno un fatturato di circa 500 milioni di franchi nel settore non alimentare. È questa la stima data all’agenzia Awp da Patrick Kessler, presidente della federazione del commercio elvetico Handelsverband.swiss. Vi lascio ora alle notizie di oggi.

Buona lettura!

Donne svizzere.
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Una donna su due subisce violenza sessualizzata in Svizzera spesso con conseguenze a lungo termine. Allo scopo di informare su questo fenomeno, prende il via domani una campagna di sensibilizzazione.

La violenza viene commessa in tutti gli strati sociali e in luoghi e situazioni più diverse: a casa, nelle relazioni, nelle famiglie, sul posto di lavoro, a scuola o in formazione, nello spazio pubblico e su Internet. Si va dal contatto indesiderato, allo stupro, alle molestie verbali.

Nel 2020, sono stati segnalati 713 violenze carnali e 683 casi di coercizione sessuale in Svizzera. Purtroppo, il numero di casi non denunciati è ben più alto. Solo circa la metà delle vittime racconta a qualcuno della violenza. Solo l’8% delle aggressioni vengono denunciate, e rari sono i casi che portano a una condanna.

Domani, 25 novembre, cade la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Fino al 10 dicembre, più di 150 associazioni partner organizzeranno manifestazioni per attirare l’attenzione su questo problema, sotto il coordinamento dell’Ong Organizzazione femminista per la pace CFD (www.cfd-ch.org), indica quest’ultima in un comunicato odierno.

Effetti Brexit.
© Keystone / Peter Klaunzer

Il Consiglio federale ha deciso di mantenere i contingenti di lavoratori qualificati in arrivo dall’estero per il 2022 al livello di quest’anno.

La Svizzera potrà reclutare fino a 8500 specialisti e lavoratori provenienti da Stati terzi (extra UE) e 3500 fornitori di servizi da Stati UE/AELS. Discorso a parte per il Regno Unito dopo la Brexit: ne potranno essere assunti un massimo di 3500.

Degli 8500 lavoratori da Stati terzi, 4500 potranno godere di un permesso di dimora (B) e 4000 di un permesso di soggiorno di breve durata (L). Per quanto riguarda i fornitori di servizi dall’Unione europea (UE) e dall’Associazione europea di libero scambio (AELS) con un periodo d’impiego superiore a 90 o 120 giorni all’anno saranno disponibili 3000 permessi L e 500 B, liberati come finora a cadenza trimestrale.

A seguito dell’uscita del Regno Unito dall’Ue, dallo scorso 1° gennaio l’accordo sulla libera circolazione delle persone non è più applicato tra Berna e Londra. Per il futuro si terrà conto anche degli sviluppi riguardanti un eventuale accordo preferenziale tra i due Paesi.

Cybersicurezza.
Keystone / Peter Schneider

Per contrastare le minacce tecnologiche, la Svizzera si doterà di un “cyberbattaglione” composto da soldati di milizia specializzati in questo campo.

La sua istituzione è stata approvata oggi dal Consiglio federale, che precisa: il battaglione verrà integrato nel futuro Comando Cyber, che andrà a formare la nuova veste dell’attuale Base d’aiuto alla condotta (BAC).

Dal 2018, l’esercito offre già a giovani interessati al settore, che hanno per esempio svolto un apprendistato in informatica o che stanno per intraprendere degli studi in quest’ambito, la possibilità di assolvere una parte importante della loro istruzione militare di base nel quadro di un corso di formazione di 40 settimane.

Nel corso della sua seduta odierna, l’esecutivo ha inoltre deciso di istituire uno stato maggiore di ingegneri delle Forze terrestri.

Vaccini e paura.
Keystone / Christian Merz

Non ci saranno, per ora, nuove restrizioni per combattere la pandemia di coronavirus, ha reso noto oggi il Consiglio federale basandosi sui dati delle ospedalizzazioni. La decisione è stata influenzata anche dalle grandi differenze esistenti a livello regionale, dovute al tasso di vaccinazione non omogeneo.

In alcune zone della Svizzera centrale, la percentuale è infatti significativamente più bassa della media nazionale. Un rifiuto, quello di vaccinarsi, che talvolta è dovuto anche alla paura. Un sentimento non nuovo in tema di epidemie e pandemie.

Prima del coronavirus, i progressi che la medicina ha fatto nell’arco della storia avevano infatti quasi fatto dimenticare che l’Occidente ha vissuto per secoli sotto la minaccia delle epidemie. La pandemia ha risvegliato paure ancestrali ricordandoci che l’umanità è vulnerabile.

Un approfondimento su questo tema è stato pubblicato oggi su swissinfo.ch, nell’intervista di Olivier Pauchard allo storico della medicina Alain Bosson.

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