
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Oggi si riaccendono i riflettori sul Locarno Film Festival e viste le previsioni difficilmente stasera si potrà riassaporare il gusto della proiezione in Piazza Grande. Non voglio però fare il menagramo e quindi non mi resta che augurare 'Festival bagnato, festival fortunato'.
In ogni caso, nei prossimi giorni il sole dovrebbe tornare a splendere almeno in parte sul Ticino. L'appuntamento con la magnifica piazza locarnese è quindi al massimo solo rinviato.

Gli organizzatori del Locarno Film Festival si aspettano una diminuzione del pubblico del 30% rispetto alle precedenti edizioni.
L’edizione 2021 della rassegna cinematografica locarnese sarà inevitabilmente marcata dal coronavirus. La prenotazione del posto, l’obbligo di presentare un certificato Covid per le proiezioni in Piazza Grande e al Palazzetto Fevi e la capacità ridotta a due terzi nelle sale incideranno sicuramente sulla frequentazione.
Finora sono stati venduti oltre 35’000 biglietti. “Le prenotazioni stanno andando bene”, afferma alla Radiotelevisione svizzera Raphaël Brunschwig, direttore operativo del Festival. “Va però detto che non abbiamo un confronto con il passato. Noi sappiamo che un’edizione normale del Festival genera circa 150-170’000 spettatori e siamo ancora lontani da lì. Possiamo solo dire che le prenotazioni ci sono, i sistemi funzionano e siamo curiosi e fiduciosi di vedere cosa succederà nelle prossime due settimane”.
Malgrado queste limitazioni, “sarà un’edizione piena, senza rinuncia ad alcuna delle attività previste, pur nel rispetto delle misure di prevenzione contro il Covid”, prosegue Brunschwig.
- Il focus di swissinfo.ch dedicato al Locarno Film Festival.
- Il dossierCollegamento esterno di RSI News.

Ginevra è il primo cantone in Svizzera a obbligare chi lavora in strutture di cura in contatto con pazienti e non è vaccinato contro il Sars-CoV-2 a sottoporsi a test regolari.
In Svizzera non vi è nessun obbligo vaccinale, neppure per il personale sanitario. Tuttavia, da più parti si chiede un giro di vite. Le autorità ginevrine sono le prime in Svizzera a compiere il passo e hanno deciso che presto il personale non vaccinato che è in contatto coi pazienti dovrà sottoporsi a test regolari.
“È responsabilità delle istituzioni non lasciare i malati vulnerabili nel dubbio in quanto a potenziali pericoli rappresentati dal personale curante non vaccinato che si occupa di loro”, ha sottolineato il responsabile della sanità cantonale ginevrina Mauro Poggia.
E sempre a proposito di test, l’Ufficio federale della sanità pubblica ha lanciato una campagna per convincere chi rientra dalle vacanze a farsi testare anche in assenza di sintomi. Vacanzieri che però, stando a quanto riferisce il Blick, spesso non riescono neppure a partire. All’aeroporto di Zurigo-Kloten, dal 5 al 10% dei passeggeri dei voli a lunga percorrenza non può imbarcarsi, spesso per la mancanza di un certificato Covid valido.
- La decisione delle autorità ginevrine riportata dall’agenzia Keystone-ATS.
- L’intervistaCollegamento esterno di 20 Minuti, ripresa da Ticinonline, alla responsabile della sezione malattie infettive dell’Ufficio federale della sanità pubblica Virginie Masserey, secondo cui “il virus non scomparirà e dovremo imparare a conviverci”.
- L’articoloCollegamento esterno della Regione Ticino sui passeggeri respinti all’imbarco.
- Il riepilogo della situazione sul fronte coronavirus in Svizzera su swissinfo.ch.

Fornire delle dosi ‘svizzere’ per permettere agli espatriati elvetici di vaccinarsi? Il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha ribadito che per il momento non se ne parla.
In alcuni Paesi è difficile avere accesso a un vaccino contro il coronavirus o, anche laddove è possibile, spesso il preparato somministrato non è reputato tra quelli più efficaci. Per questa ragione, da settimane diversi espatriati contattano quotidianamente l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) per sapere se non sarebbe possibile predisporre una campagna vaccinale via le rappresentanze diplomatiche.
Il Dipartimento federale degli affari esteri ha finora sempre risposto negativamente a questa richiesta. Per ragioni logistiche, contrattuali e, non da ultimo, perché “per legge, gli svizzeri residenti all’estero si assumono il rischio derivante dal fatto che le cure mediche non sono garantite allo stesso modo ovunque nel mondo”.
Intervistato qualche giorno fa dal Blick mentre si trovava in visita di Stato in Thailanda (Paese dal quale giunge il maggior numero di richieste in questo senso), il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha ribadito la posizione del Governo: “Le dosi di vaccino ordinate servono in via prioritaria alla protezione dei cittadini entro i confini nazionali”. Cassis non esclude però che il Governo rivaluti la sua posizione.
- Il commento del mio collega Balz Rigendiger su swissinfo.ch, critico nei confronti della posizione sin qui assunta dal Consiglio federale.
- Il sunto dell’intervistaCollegamento esterno al Blick ripreso da Ticinonline.
- Il dossier di swissinfo.ch dedicato alla Quinta Svizzera.

La si pensava estinta in Svizzera e invece è stata ritrovata in Ticino, alle Bolle di Magadino: si tratta di una specie di ape selvatica denominata Triepeolus tristis.
Spesso purtroppo le notizie che riguardano la biodiversità non sono per nulla positive. Questa volta, però, il censimento promosso nell’area naturale delle Bolle di Magadino, dove il fiume Ticino confluisce nel Lago Maggiore, ha riservato una bella sorpresa.
È infatti stata segnalata la presenza di una specie di ape selvatica ritenuta estinta in Svizzera. La Triepeolus tristis (a sinistra sulla foto) era stata osservata per l’ultima volta in Vallese nel 1942 e da allora più nulla.
“Questi ritrovamenti – scrive la Fondazione Bolle di Magadino – confermano l’importanza assunta dalle zone protette e a gestione mirata per la conservazione della biodiversità, con la protezione di zone con ambienti particolari e spesso rari e interessanti (zone umide, zone golenali, ecc.), dove si applica una gestione mirata e atta a favorire una grande varietà di microambienti necessari per il mantenimento di una diversità elevata su piccole superfici”.
- I dettagli del ritrovamento nell’articoloCollegamento esterno di Ticinonews.
- Il comunicatoCollegamento esterno della Fondazione Bolle di Magadino.
- Come ridurre la moria di api? Il servizio su swissinfo.ch della mia collega Julie Hunt.

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