La televisione svizzera per l’Italia
Sbandieratore con bandiere CH e UE lancia quella svizzera mentre trattiene quella europea

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

vi spero bene! Qui nella Svizzera italiana rimbalzano i dati dell'Ufficio federale di statistica (UST), secondo cui a sud delle Alpi si riscontra il tasso più basso di allievi della scuola primaria che ripetono l'anno (0,9%, contro l'1,8% della Svizzera francese e l'1,2% di quella tedesca e romancia). Certo, si potrebbe discutere a lungo sulle ragioni, ma lasciateci compiacere un po'! Quanto ai bocciati -1 alunno/a su 75 in Svizzera (1,3%)- sono più numerosi nelle famiglie con una bassa formazione o un passato migratorio. Non risultano differenze significative tra zone urbane e rurali. Ce ne sono invece tra femmine (1,2%) e maschi (1,5%).

Vi lascio col resto dell'attualità nazionale. Buona lettura e alla settimana prossima,

Parmelin e von der Leyen ai rispettivi pulpiti con bandiere CH e UE e fondo blu
Keystone / Francois Walschaerts / Pool

Le trattative per un accordo quadro istituzionale tra Svizzera e UE sono difficili, ma destinate a continuare.

Il presidente della Confederazione Guy Parmelin, ricevuto venerdì a Bruxelles dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha riferito che le divergenze sui punti sensibili sono ancora grandi. Nondimeno, la sua interlocutrice ha ribadito che l’UE mira a relazioni stabili con la Svizzera e la porta per ulteriori discussioni sull’accordo, che ritiene indispensabile, resta aperta.

Berna, ha detto Parmelin, ha fatto proposte concrete sugli aiuti di Stato, le misure a tutela dei salari e la cittadinanza europea. Anche la Svizzera, ha ricordato il ministro UDC, intende consolidare e sviluppare le relazioni bilaterali con l’UE, ma non firmerà l’accordo senza progressi sui tre punti contestati. I negoziatori rimangono in contatto.

Bruxelles, da parte sua, ha ripetuto che tali punti non potranno né essere negoziati separatamente né eliminati dall’intesa.

Donne con velo integrale e bambini seduti lungo un muro, nei pressi di una alta rete con filo spinato
Il campo di al-Hol, dove sono state portate le due bambine prima di essere trasferite a Roj. Copyright 2019 The Associated Press. All Rights Reserved.

Il mancato rimpatrio da parte della Svizzera di due ragazzine di 8 e 14 anni dalla Siria è una violazione del diritto internazionale.

È quanto sostengono venti esperti delle Nazioni unite in relazione al caso di due sorellastre che si trovano in un campo nel nord-est del Paese mediorientale, dopo esservi state trascinate nel 2016 dalla madre, che voleva unirsi allo Stato islamico. I rispettivi padri, residenti a Ginevra, hanno chiesto alle autorità elvetiche il rimpatrio.

Finora, il Consiglio federale ha sempre respinto un possibile ritorno in Svizzera di persone partite per la jihad o loro familiari. Ma gli esperti rilevano che i bambini non dovrebbero subire conseguenze per “essere semplicemente nati da individui che si presume siano associati a gruppi terroristici”.

Le condizioni di salute e di detenzione delle ragazzine -arrestate insieme alla madre dalle unità curde delle Forze democratiche siriane nel 2019- sono giudicate precarie. Secondo il rapporto ciò le “espone a ogni genere di abusi”.

Signora con bambino in braccio inserisce una scheda in un urna metallica in un locale di votazione
Keystone / Peter Klaunzer

Cinque oggetti, la vostra opinione: partecipate al sondaggio SSR sulle votazioni federali del prossimo 13 giugno!

Le due iniziative mirano a un’incisiva riforma dell’agricoltura: ‘Acqua potabile pulita e cibo sano’ chiede che le sovvenzioni siano erogate solo ad aziende agricole che non fanno uso preventivo di antibiotici in allevamento, impiegano foraggio proprio e non usano pesticidi, mentre ‘Per una Svizzera senza pesticidi sintetici’ chiede di vietarli del tutto.

Si voterà inoltre sulla Legge Covid-19 -il referendum è stato lanciato per impedire che i poteri straordinari ottenuti dal governo durante la pandemia siano legittimati in maniera retroattiva- e sulla Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo, ritenuta da alcuni un attacco ai diritti fondamentali. Contro la Legge sul CO2 sono stati lanciati invece due referendum: chi la ritiene troppo timida, chi troppo limitante, burocratica e costosa.

Immagini del volto di Daphne Caruana Galizia tenute tra le mani alzate di manifestanti
Afp

Anche in Svizzera sono in aumento la pressione e i tentativi di censura sui media con mezzi economici limitati.

Emblematico il caso di Gotham City, newsletter specializzata in crimini economici. Basa le sue notizie su documenti giudiziari a disposizione del pubblico, eppure i fondatori si sono ritrovati in tribunale per la quinta volta in meno di un anno per aver riferito della condanna di un gestore patrimoniale ginevrino che aveva nascosto i fondi di un ricco straniero.

Benché non ne sia stata divulgata l’identità, il giudice ha ritenuto che potesse essere identificato e ha bloccato la pubblicazione. I giornalisti, questa volta, hanno rinunciato a opporre ricorso. Principale elemento dissuasivo: le spese legali da sostenere, alla totale portata della controparte ma non dei piccoli media che costituiscono la vera pluralità dell’informazione.

Intanto, a livello internazionale, dopo il caso della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, una trentina di ong ha lanciato un’azione per combattere l’uso di procedimenti legali per imbavagliare le voci critiche. Sensibilizzando anche i giudici.

  • Leggi l’analisi del professore di diritto dei media Bertil Cottier, e qualche possibile soluzione, nell’articolo del mio collega Samuel Jaberg, 4a puntata di una serie sulla libertà d’espressione
  • La homepageCollegamento esterno di Gotham City (per una selezione mensile di articoli tradotti in italiano clicca qui: aprile, marzo, febbraio, novembre, ottobre)

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