
Oggi in Svizzera
Cari lettori,
"In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù." Questa celebre battuta di Orson Welles non fa tanto onore alla Confederazione.
Oggi, Giornata mondiale della creatività e dell'innovazione, approfitto di questo bollettino per ricordare che anche in Svizzera non sono mancati uomini e donne d'ingegno che hanno avuto un impatto non indifferente nel mondo con le loro invenzioni.
Sono elvetiche, ad esempio, la cerniera a lampo, il velcro e il più controverso LSD. Ironicamente, l'orologio a cucù è un'idea tedesca. Seguendo questo link potete scoprire altre storiche invenzioni svizzere mentre qui vi presentiamo le più recenti.
Passiamo ora all'attualità elvetica di giornata. Buona lettura!

Il governo elvetico ha presentato mercoledì un programma in tre fasi per uscire dalla crisi pandemica. Nessuna ulteriore riapertura è prevista prima del 26 maggio.
La situazione è reputata infatti ancora troppo fragile dal Consiglio federale che la settimana scorsa ha decretato i primi allentamenti da mesi, permettendo ad esempio alle terrazze dei ristoranti di riaprire.
Le tre fasi di riapertura terranno conto dell’avanzamento della campagna vaccinale. La prima fase è quella di protezione, in vigore fino a che tutte le persone considerate a rischio non saranno immunizzate.
Si passerà poi alla fase di stabilizzazione che continuerà fino a che chiunque lo desideri non si sarà vaccinato. Nel migliore dei casi, questa fase potrebbe iniziare, appunto, il 26 maggio.
Una volta che l’intera popolazione adulta avrà avuto accesso a una vaccinazione completa, si arriverà alla fase di normalizzazione, durante la quale saranno revocate gradualmente tutte le restrizioni.
- I dettagli delle decisioni governative, su swissinfo.ch.
- Gli aggiornamenti in tempo realeCollegamento esterno su RSI News.
- I provvedimenti attualmente in vigoreCollegamento esterno sul sito dell’amministrazione federale.
- Coronavirus: la situazione in Svizzera, su swissinfo.ch.

Il 30% degli intervistati in un recente studio svolto in Germania e Svizzera crede almeno parzialmente a una teoria del complotto sul coronavirus. tvsvizzera.it ne ha discusso con un esperto.
Non sono cifre elevate, secondo Pascal Wagner-Egger, professore di psicologia sociale all’Università di Friburgo. Anzi. Per il ricercatore, che da 20 anni si occupa di questo tipo di credenze senza fondamento, è strano il fatto che dallo studio dell’Università di Basilea non siano emerse percentuali più alte.
Nei momenti di crisi, infatti, le teorie complottiste trovano terreno fertile, ma i risultati trovati da questa ricerca non differiscono molto da quelli emersi in studi analoghi svolti all’inizio o prima della pandemia.
Nell’articolo di tvsvizzera.it, Wagner-Egger parla inoltre delle origini sociopolitiche e psicologiche delle credenze alle teorie complottiste, convinzioni che sono lungi dall’essere innocue.
- L’approfondimento di tvsvizzera.it.
- La notiziaCollegamento esterno della pubblicazione dello studio dell’Università di Basilea, su laregione.ch.
- Fake News: le preoccupazioni della Commissione federale contro il razzismo.

La Svizzera ha perso due posizioni nell’indice della transizione energetica stilato dal World Economic Forum e occupa attualmente il quarto rango.
La Svezia continua a guidare la classifica dei 115 Stati presi in considerazione. Segue la Norvegia, che guadagna posizioni. La Danimarca è terza e l’Austria arriva subito dopo la Svizzera.
In questi ultimi anni, più di 90 paesi sono migliorati, secondo l’organizzazione, ma solo tredici lo hanno fatto in modo regolare.
Questa situazione mostra che lo sviluppo economico e la crescita nel settore della transizione energetica (ad esempio le ricadute fiscali e la creazione di impieghi in ambito ecologico), non stanno avanzando come dovrebbero.
- La notiziaCollegamento esterno su ticinonews.
- Il rapportoCollegamento esterno del WEF (in inglese).
- La strategia energetica della ConfederazioneCollegamento esterno, sul sito dell’amministrazione federale.
- Svizzera: un piccolo Paese dalla grande impronta ecologica. Il focus di swissinfo.ch.

Sta tornando d’attualità in Svizzera la possibilità di costruire un memoriale della Shoah. swissinfo.ch analizza la politica ufficiale elvetica in materia di memoria.
Una mozione che chiede al governo di creare un monumento ufficiale in Svizzera per ricordare le vittime del nazionalsocialismo è stata adottata dalle due camere del Parlamento elvetico lo scorso mese.
L’ampio sostegno politico per l’idea, anche da parte di ambienti conservatori di destra, è una novità per la Confederazione. Il Paese, fino negli anni Novanta, ha avuto una politica ufficiale sul tema della memoria della Shoah molto frammentata e si può osservare un allineamento alla cultura internazionale della memoria soltanto al volgere del millennio.
- L’analisi di swissinfo.ch.
- I dettagli della mozione parlamentare.
- 1’000 svizzeri hanno perso la vita nei campi di concentramento. L’articolo di swissinfo.ch.

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative