La televisione svizzera per l’Italia
Trattore passa su un campo coltivato in paesaggio di campagna, sollevando polvere; ciclista in lontananza

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

è venerdì: cosa posso scrivere, se non che vi auguro un sereno week-end di riposo? Buon lavoro a chi invece sarà in servizio per tutti noi.

Di seguito, l'attualità svizzera.

Trattore con nebulizzatore sparge prodotto fitosanitario su campo coltivato a insalate
Christian Beutler/Keystone

Sono iniziative distinte, ma mirano entrambe a una radicale riforma dell’agricoltura e della produzione alimentare in Svizzera.

Due delle iniziative popolari sulle quali voteremo il 13 giugno differiscono nel metodo -l’una propone di condizionare gli aiuti finanziari al tipo di agricoltura praticata, l’altra di vietare direttamente prodotti fitosanitari sintetici- ma hanno obiettivi comuni: sfavorire le coltivazioni intensive e l’uso di pesticidi e antibiotici, al fine di proteggere l’acqua, l’ambiente e la biodiversità.

Benché anche il divieto tout court preveda un periodo di transizione, il Parlamento ha ritenuto i due testi troppo radicali e accolto un controprogetto volto a dimezzare in cinque anni l’uso di erbicidi, prospettando nuove misure per garantire la qualità dell’acqua potabile.

Basterà, in un’epoca in cui l’opinione pubblica è sempre più attenta alla sostenibilità del cibo e di fronte agli alti livelli di inquinamento delle acque sotterranee?

  • Gli argomenti di favorevoli e contrari alle iniziative nell’approfondimento del mio collega Urs Geiser, che traccia anche un profilo dei due comitati
  • “La coltivazione del futuro” (ovvero l’acquacoltura, con la sua assenza di fertilizzanti e pesticidi) in un recente bio-reportageCollegamento esterno di Azione
  • Pesticidi presenti anche nei terreni bio: le difficoltà della vita microbica in uno studio di Agroscope citatoCollegamento esterno da La Regione Ticino
Grattacielo con insegna RTS e antenne e parabole sul tetto, visto attraverso delle fronde
Keystone / Martial Trezzini

Le inchieste su casi di molestie alla Radio Télévision suisse (RTS) hanno confermato i comportamenti inadeguati di due collaboratori.

Tra di essi non figura il giornalista ex presentatore RTS Darius Rochebin: nessuna testimonianza ha permesso di dimostrare atti rilevanti di molestie sessuali o psicologiche, lesioni della personalità o qualsiasi infrazione penale.

In seguito ai risultati delle indagini, commissionate dalla Società svizzera di radiotelevisione SSR dopo un articolo del quotidiano Le Temps, uno dei due collaboratori ha lasciato l’azienda mentre il secondo ha ricevuto una sanzione formale, indica un comunicato venerdì. Inoltre, l’ex caporedattore Informazione TV Bernard Rappaz -che aveva fatto un passo indietro- e il responsabile delle risorse umane lasceranno il proprio incarico.

Il Consiglio d’amministrazione SSR ha presentato le sue scuse alle vittime delle molestie e affermato di avere piena fiducia negli alti dirigenti dell’azienda.

  • Le prime misure varate dal cda e la presa di posizione della ministra delle comunicazioni Simonetta Sommaruga nella notizia di tvsvizzera.it
  • Le reazioni di Rochebin e del Sindacato svizzero dei mass-media SSM nel suntoCollegamento esterno del Corriere del Ticino
  • Maggiori dettagli sui rapporti, e informazioni sul prosieguo degli accertamenti alla RTS e alla Radio-tv svizzera di lingua italiana RSI, in questo comunicatoCollegamento esterno SSR

Il presidente della Confederazione Guy Parmelin incontrerà il 23 aprile a Bruxelles Ursula von der Leyen.

Parmelin discuterà con la presidente della Commissione europea degli aspetti ancora aperti riguardanti l’accordo quadro tra Svizzera e Unione Europea: protezione dei salari, cittadinanza europea e aiuti di Stato.

In realtà l’UE sarebbe scettica sul fatto che l’incontro al vertice possa condurre a progressi. La Commissione, stando a un documento interno reso pubblico dalla Radiotelevisione svizzera, rinfaccia alla Confederazione di avere poca o nessuna volontà di portare a termine i negoziati, di essersi man mano allontanata dal compromesso raggiunto, di aspettarsi dall’UE soluzioni ai temi in sospeso (anziché avanzare proposte) e di non esprimere chiaramente ciò che vuole.

Berna vorrebbe scorporare i tre temi -che suscitano opposizioni interne e in sostanza impediscono di firmare l’intesa [cfr. bollettino di ieri]- mentre Bruxelles, da tempo, si dice pronta unicamente a dei chiarimenti.

Interprete in lingua tedesca dei segni mentre segna (dallo sfondo si intuisce che è in uno studio tv)
Keystone/ennio Leanza

L’insegnamento della lingua dei segni diventa una professione ufficialmente riconosciuta in Svizzera.

Lo ha annunciato venerdì la Federazione svizzera dei sordi (FSS), secondo la quale il riconoscimento accordato dalla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) rende la professione più allettante per i giovani.

Gli insegnanti che permettono di imparare la lingua dei segni diffondono al contempo la cultura dei sordi, osserva la FSS.

  • ‘Coronavirus irrompe nella lingua dei segni’: intervista all’interprete LIS (lingua italiana dei segni) Luca Marra, che mostra il suo lavoro e ne illustra l’importanza in un servizio del Telegiornale RSI
  • La necessità di un’educazione bilingue per bambine e bambini sorde/i o audiolese/i in un interessante approfondimento della mia collega Isobel Leybold-Johnson
  • Elenco delle professioniCollegamento esterno sul sito della SEFRI

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