La televisione svizzera per l’Italia
persona con un laptop su un treno mezzo vuoto

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Qui a nord delle Alpi dopo aver sperato nell'arrivo anticipato della primavera siamo dovuti tornare coi piedi per terra. Questa mattina quando mi sono svegliato la neve scendeva copiosa.

Insomma, se la temperatura rimarrà quella di questi giorni, la ventilata apertura delle terrazze dei bar e dei ristoranti a partire da lunedì prossimo rischia di non avere nessun effetto concreto sulla salute mentale di chi già pregustava l'idea di tornare ad assaporare un pasto preparato da un vero chef o più semplicemente di sorseggiare un caffè attorniato da altri esseri umani.

Non è però di simili miraggi che vi parlo in questo bollettino, anche se ancora una volta in un modo o nell'altro a farla da padrone nell'attualità è solo e sempre la pandemia.

Buona lettura

Nel 2020, le Ferrovie federali svizzere sono sprofondate nelle cifre rosse. L’azienda ha infatti registrato una perdita di 617 milioni di franchi.

.

Quello appena conclusosi è stato sicuramente l’esercizio più difficile nella storia recente delle Ferrovie federali svizzere (FFS). Dallo scorporo dell’azienda dalla Confederazione alla fine degli anni ’90, la ditta non aveva mai registrato una perdita così importante.

Ad incidere sull’andamento degli affari sono state naturalmente soprattutto le restrizioni adottate dalle autorità per arginare la pandemia. Il numero di passeggeri è così crollato di circa un terzo, passando da 1,32 milioni al giorno nel 2019 a 843’000 l’anno scorso.

Per far fronte alla difficile situazione finanziaria, le FFS hanno preso una serie di misure di risparmio, in particolare il blocco delle assunzioni nell’amministrazione, la ridefinizione dei progetti prioritari e il rinvio di determinati investimenti.

  • Il servizio di tvsvizzera.it sui risultati 2020 delle FFS.
  • Malgrado un numero di passeggeri in calo, gli svizzeri continuano di gran lunga ad essere i campioni europei dei viaggi in treno. In questo articolo d’archivio di swissinfo.ch, le principali cifre delle FFS.
medico fa un test covid a un paziente
Keystone / Gian Ehrenzeller

 Da oggi in Svizzera anche chi non presenta sintomi può sottoporsi gratuitamente a un test rapido del coronavirus.

La nuova strategia delle autorità federali dovrebbe favorire un allentamento delle misure attualmente in vigore per contenere la pandemia. I costi di questi test rapidi, stimati in oltre un miliardo di franchi, saranno coperti interamente dalla Confederazione.

Questo provvedimento dovrebbe permettere di rintracciare precocemente eventuali focolai. Tuttavia, la strategia non è esente da rischi. I test rapidi hanno un grado di affidabilità più basso rispetto ai tamponi PCR. Un esito negativo non deve quindi indurre le persone ad avere un eccessivo senso di sicurezza.

Per il ministro della sanità Alain Berset, uno degli obiettivi è che il 40% della popolazione “mobile” in aziende, scuole e università sia regolarmente testata.

In alcune regioni, la strategia si sta però scontrando con una carenza di kit da distribuire. In Ticino, ad esempio, ne mancano e per ora nelle scuole si proseguirà ad effettuare test su larga scala solo in caso di possibile focolaio.

gruppo di donne davanti a un cartellone con la scritta 314187
Keystone / Peter Schneider

Le pensioni tornano sui banchi del Parlamento. Al centro dei dibattiti, vi è l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne.

È iniziato oggi l’iter parlamentare di un dossier che promette scintille nei prossimi mesi, ovvero la riforma AVS 21. Dal 2014, i conti dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti sono in una situazione di squilibrio.

Nessuno oggi contesta il fatto che debbano essere trovate fonti di finanziamento supplementari per garantire la copertura delle spese almeno fino al 2030. Tuttavia, ancora una volta gli avvisi divergono sulla necessità di portare l’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni, come contemplato dal progetto. Questa misura dovrebbe portare nelle casse dell’AVS 10 miliardi in più entro il 2030.

Finora il popolo ha già detto ‘no’ due volte all’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne. E anche questa volta, nel caso in cui il Parlamento adottasse il progetto, l’ultima parola spetterà verosimilmente ai cittadini. Poco prima dell’inizio dei dibattiti è infatti stato consegnato un appello firmato da 300’000 persone in cui si sottolinea che è fuori discussione che siano le donne ad accollarsi il peso del risanamento dell’AVS. Raccogliere le 50’000 firme necessarie per un eventuale referendum sarà quindi un gioco da ragazzi.

due studentesse in un aula universitaria
Keystone / Alexandra Wey

Malgrado l’insegnamento a distanza e mille difficoltà, le università svizzere continuano ad attirare numerosi studenti stranieri.

Stando alle ultime statistiche disponibili, in Svizzera un universitario su tre proviene dall’estero. Tra i dottorandi, la proporzione sale addirittura al 56%, uno dei livelli più alti tra i paesi dell’OCSE.

Si sarebbe potuto pensare che la situazione pandemica e l’insegnamento a distanza – tuttora in vigore nelle scuole universitarie – avrebbero scoraggiato numerosi studenti dall’intraprendere un cursus accademico nella Confederazione.

Tuttavia, le cose non stanno così. Diverse università hanno infatti registrato un aumento delle iscrizioni da parte di studenti provenienti dai Paesi vicini. La situazione è invece diversa per quanto riguarda gli scambi universitari. Ad esempio, al Politecnico federale di Losanna, gli universitari stranieri che partecipano al programma Erasmus sono solo 233, mentre in media sono circa 650.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR