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Sembra reggere la tregua in Libia

Le agguerrite milizie di Misurata a difesa del governo di intesa nazionale di Tripoli.
Milizie di Misurata a difesa del governo di intesa nazionale di Tripoli. Keystone / Stringer

Nonostante le accuse reciproche tra i due contendenti sembra tenere la tregua tra l'Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar e il governo di Tripoli del premier Fayez al Sarraj riconosciuto dall'ONU e dall'Ue.


Intanto i due leader avversari sono attesi lunedì a Mosca per la firma di un accordo sulla modalità del cessate il fuoco, la prima dall’inizio dell’offensiva lanciata 9 mesi fa dall’uomo forte di Tobruk, caldeggiato da Russia e Turchia.

In un comunicato diffuso domenica le autorità di Tripoli hanno riferito di scambi di colpi d’arma da fuoco a Salaheddin e Wadi Rabea, alla periferia della capitale, pochi minuti dopo l’inizio della tregua alla mezzanotte locale. Le truppe governative violano il cessate il fuoco “su più di un fronte con ogni tipo di armi”, ha affermato Al Mabrouk al Gazaoui, comandante di un’unità dell’esercito della Cirenaica.

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Da parte sua Tripoli, che ha addossato la responsabilità degli scontri alle “milizie dell’aggressore”, ha ribadito il suo “impegno in favore della tregua” e ha invitato la missione Onu a vegliare sul rispetto delle disposizioni concordate. A complicare la situazione ci sono poi le numerose milizie attive nel paese, insorte in occasione della rivolta contro il regime di Muhammar Gheddafi nel 2011, che non sono schierate con nessuno dei due contendenti.

In ogni caso per il Ministero della difesa turco tutte le parti si stanno sforzando a rispettare il cessate il fuoco e la situazione resta calma nonostante un paio di scaramucce. Tregua voluta in particolare da Vladimir Putin e Recep Tayyip Ergogan dopo la ripresa delle ostilità da parte delle truppe di Haftar che si sono impadronite negli scorsi giorni della Sirte (a 370 km dalla capitale) e che godono del sostegno di Emirati Arabi, Egitto, Russia e Giordania.

Mentre il parlamento turco ha approvato a inizio gennaio l’invio di un contingente difesa del governo di intesa nazionale di al Sarraj.  

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