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Nuovi caccia: il Governo svizzero opta per gli F-35A americani

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L'F-35A (nell'immagine uno degli apparecchi testati in Svizzera) è già in dotazione a diversi eserciti. Quello italiano ne ha comandati una settantina. Keystone / Peter Klaunzer

Il Consiglio federale proporrà al Parlamento di acquistare 36 aerei da combattimento F-35A della Lockheed Martin. L'operazione costerà circa cinque miliardi di franchi.

A far pendere la bilancia dalla parte del fabbricante statunitense sono state considerazioni economiche e di efficacia del velivolo e non politiche: nelle scorse settimane era stata infatti ventilata la possibilità di acquistare un aereo europeo (Eurofighter o Rafale) per migliorare le relazioni con l’UE dopo il fallimento dell’accordo quadro, ma alla fine il Consiglio federale ha optato per il caccia americano.

In termini di benefici, l’F-35A della Lockheed Martin ha sbaragliato i riveli, ottenendo il punteggio più elevato: ben 336 punti contro meno di 250  per l’Eurofighter di Airbus, il Rafale di Dassault e l’F/A-18 Super Hornet della Boeing. Il caccia a stelle e a strisce ha mostrato le performance migliori in tre dei quattro criteri principali: efficacia, supporto del prodotto e cooperazione.

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Inoltre, l’F-35A risulta di gran lunga il più economico, si legge nel comunicato Collegamento esternodiramato mercoledì. Al momento della presentazione delle offerte nel febbraio 2021, i costi d’acquisto ammontavano a 5,068 miliardi di franchi, cifra che rientra nel budget di 6 miliardi approvato dall’elettorato svizzero.

Per di più, il jet della Lockheed-Martin si è rivelato il meno caro persino sul piano dei  costi d’esercizio. Globalmente, il cartellino del prezzo riporta circa 15,5 miliardi di franchi sull’arco di 30 anni. La differenza rispetto al modello giunto secondo in classifica è intorno ai 2 miliardi.

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Missili Patriot

Contemporaneamente alla scelta del nuovo caccia, che dovrà ancora essere avallata dal Parlamento, il Governo ha inoltre comunicato l’acquisto di cinque unità di difesa terra-aria del tipo Patriot, fabbricate dall’azienda americana Raytheon. In questo caso è stata battuta la concorrenza del SAMP/T della francese Eurosam.

Come per gli aerei, anche per quanto riguarda il nuovo sistema di difesa il Consiglio federale ha preso la decisione sulla base di una valutazione tecnica.

Voto risicato per i nuovi caccia

L’acquisto di aerei da combattimento è da sempre una questione politicamente molto discussa in Svizzera.

Nel 1993, l’acquisto degli F/A-18 attualmente in dotazione all’esercito svizzero – che andranno in pensione verso il 2030 e che dovranno essere sostituiti dal nuovo modello – era stato combattuto con un’iniziativa popolare. Alla fine, il 57% degli elettori aveva approvato l’acquisizione del caccia.

Nel 2014, il tentativo di modernizzare la flotta acquistando i jet svedesi Gripen era invece stato affossato alle urne. Il 53% dei votanti aveva infatti bocciato la proposta.

Il Governo era tornato alla carica nel 2018. Questa volta, però, il Consiglio federale aveva deciso di lasciare al popolo solo la decisione di principio sull’acquisto, ma non sul tipo d’aereo. Un anno e mezzo più tardi il Parlamento aveva approvato un Decreto federale che permetteva l’acquisizione di nuovi aerei da combattimento per un importo massimo di sei miliardi di franchi. Il referendum lanciato dal Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE), il Partito socialista e i Verdi era fallito di misura nel settembre 2020, raccogliendo il 49,9% di “no”: a fare la differenza erano state meno di 9’000 schede.

Si tornerà alle urne?

Se il Parlamento avallerà la scelta del Governo, ad avere l’ultima parola potrebbe essere ancora una volta il popolo.

L’opzione statunitense non piace a tutti, in particolare alla sinistra, per i motivi politici menzionati all’inizio e per il timore di un controllo da parte degli Stati Uniti.

“Con gli F-35, i servizi segreti americani sono sempre nel cockpit. Questo aereo da combattimento ci preoccupa molto sia per quanto concerne la sicurezza dei dati, sia per la nostra sovranità”, ha sottolineato il parlamentare federale socialista Pierre-Alain Fridez in un comunicato diramato qualche giorno fa dal Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE).

Nel comunicato si preannunciava in particolare che se si fosse optato per un caccia statunitense, il progetto d’acquisto sarebbe stato combattuto tramite un’iniziativa popolare.

Una minaccia diventata immediatamente realtà dopo l’annuncio di oggi: GSsE, Partito socialista e Verdi hanno dato il via alla raccolta delle 100’000 firme necessarie affinché i cittadini possano pronunciarsi sull’acquisto. Ancora una volta la sorte dei nuovi caccia dell’esercito si deciderà nel segreto delle urne.

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