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5G tra opportunità e dubbi sulla sicurezza dei dati

Le frequenze per il 5G sono state attribuite venerdì in Svizzera ai tre principali operatori. Le infrastrutture saranno costruite da gruppi stranieri e questo crea qualche preoccupazione dal punto di vista della sicurezza informatica.

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La 5G – acronimo di “5th Generation” (quinta generazione) – non è sono uno sviluppo dell’attuale 4G ma una rivoluzione tecnologica nell’informazione e nella comunicazione. Data la sua velocità di trasmissione dati fino 100 volte superiore rispetto ad oggi, essa aprirà la strada a molte nuove applicazioni, ad esempio nell’internet “delle cose”, nel settore medico, nella realtà aumentata e nei veicoli a guida autonoma. La Svizzera è tra i primi paesi in Europa ad assegnare frequenze per la 5G.

Le aziende vincitrici dell’asta sono tenute a fornire, al più tardi entro fine 2024, servizi di radiocomunicazione mobile tramite la propria infrastruttura ad almeno la metà della popolazione svizzera.

In una conferenza stampa tenutasi oggi a Berna, il presidente della Commisione federale delle comunicazioni (ComCom) Stephan Netzle ha detto che il ricavato dell’asta che ha portato all’attribuzione delle nuove frequenze – formalmente conclusasi ieri – porterà nelle casse della Confederazione 379,3 milioni di franchi. Swisscom sborserà 195,6 milioni, Salt 94,5 milioni e Sunrise 89,2 milioni.

Commentando queste cifre, Netzle le ha definite “notevoli ma non esorbitanti”, soprattutto nel confronto internazionale. In Italia l’asta per la 5G, che si è tenuta lo scorso ottobre, ha ad esempio portato nelle casse dello Stato 6,5 miliardi di euro.

Preoccupazioni

Ma le opportunità che questa tecnologia porterà nei prossimi anni sono attualmente offuscate dalle preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza, soprattutto a causa del fatto che per costruire le infrastrutture le aziende elvetiche si sono affidate a operatori stranieri. 

Salt e Swisscom puntano sulla finalndese Nokia e la svedese Ericsonn, mentre Sunrise ha scelto la cinese Huawei. Proprio quest’ultima è stata accusata di spionaggio negli Stati Uniti, dov’è stata bandita, così come in Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito.

In Germania la cancelliera Angela Merkel ha dichiarato di voler avere garanzie che Huawei non fornirà informazioni al governo cinese prima di dare all’azienda il permesso di accedere al mercato tedesco del 5G.

Huawei dal canto suo respinge ogni accusa.

Ma per la Svizzera ci sono rischi? Secondo Hannes, Lubich professore di informatica alla Scuola Universitaria professionale Fhnw di Basilea, “la paura versa Huawei è giustificata, come è giustificata quella verso qualsiasi grande operatore in questo settore. Anche, tra gli altri, verso gli statunitensi. sarebbe ingenuo pensare che i servizi segreti non abbiano la possibilità di influenzare questi fornitori e i loro prodotti. ciò fa parte delle pratiche di intelligence”.

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