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Nobel per la pace al bielorusso Ales Byalyatski e a due ONG

Primo piano di Ales Bialiatski.
Ales Bialiatski è un attivista bielorusso noto per il suo lavoro con il Viasna Human Rights Centre of Belaru. Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved.

L’oppositore bielorusso Ales Byalyatski, l’ONG russa “Memorial” e l’ucraina “Organisation center for civil liberties” per la tutela dei diritti umani sono stati insigniti oggi, venerdì, del Nobel per la Pace 2022.

L’annuncio è stato dato dal comitato norvegese alle 11. Il premio è stato concesso in onore dell'”impegno in difesa dei diritti umani e del diritto di criticare il potere, di difesa dei diritti dei cittadini e contro gli abusi di potere, per aver documentato crimini de guerra”.

Il 60enne Byalyatski è un attivista noto per il suo lavoro con il Viasna Human Rights Centre of Belarus. Si trova (non per la prima volta) in carcere dal luglio 2021 e la presidente del comitato Berit Reiss-Andersen ha invitato Minsk a liberarlo. Ha pure precisato che l’attribuzione “a tre campioni dei diritti umani, della democrazia e della coesistenza pacifica” non è da interpretare come un premio “contro Vladimir Putin”.

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Lo scorso anno era già stato ricompensato – insieme alla collega filippina Maria Ressa – un giornalista critico nei confronti di Putin e del suo Governo, il caporedattore di “Novaya Gazeta” Dmitri Muratov. Tre esponenti di “Memorial”, di cui la Corte suprema russa ha ordinato la chiusura nel dicembre dello scorso anno, avevano invece già ricevuto il premio Sakharov del Parlamento europeo nel 2009. Lo stesso Sakharov ne era stato fra i fondatori insieme ad altri dissidenti nel 1989. Il Centro per le libertà civili ucraino esiste dal 2007.

Ales Byalyatski

Byalyatski, 60 anni, è un attivista per i diritti umani, dissidente bielorusso, ex obiettore di coscienza e tra i fondatori dell’ong bielorussa Viasna. Nel 2011 il regime di Aleksandr Lukashenko lo ha arrestato per presunta “evasione fiscale”: una condanna che dissidenti e organizzazioni per i diritti umani considerano politicamente motivata. Rilasciato nel 2014, è stato arrestato di nuovo dopo una violenta perquisizione alla sede di Viasna e condannato a una seconda pena di 7 anni, sempre per presunta evasione fiscale, ed è tuttora in carcere.

Fra i riconoscimenti internazionali per la sua attività di dissidente e di denuncia delle violazioni dei diritti civili e umani, Bialiatski è stato insignito, fra l’altro, del Premio Sakharov da parte del Parlamento europeo nel 2020, del premio Vaclav Havel per i Diritti umani conferito nel 2012 dal Consiglio d’Europa. È stato nominato per cinque volte per il Nobel, vinto solo quest’anno, ed è cittadino onorario di Parigi e, in Italia, di Genova e di Siracusa.

L’ONG russa Memorial

Fu fondata nel 1989, nel pieno del processo della Perestroika voluto da Mikhail Gorbaciov, quando l’Unione sovietica era vicina al suo crollo, per studiare e denunciare le violazioni e i crimini commessi durante il terrore imposto dal regime di Stalin. Inizialmente diviso in due sezioni, una per documentare i crimini stalinisti una per i diritti umani nelle zone di conflitto, in area sovietica e anche fuori. Strutturato più come movimento che come organizzazione, al dicembre 2021 Memorial incorporava 50 ong russe e altre 11 da altri Paesi, inclusi Ucraina, Germania, Italia, Belgio e Francia. Memorial è stato messa fuorilegge in Russia 5 aprile di quest’anno come “agente straniero”, in base alla legge putiniana sulle ong, e chiusa.

Il Center for civil libebrties

È una ONG ucraina con base a Kiev, fondata nel 2007 e dedita alla documentazione di crimini di guerra, abusi sui diritti umani e abusi di potere. Nella sue stesse parole, il Center si autodefinisce “uno degli attori principali in Ucraina, volto a influenzare l’opinione pubblica e la politica, a favorire lo sviluppo di un attivismo civico, partecipa a network internazionali e nelle azioni di solidarietà per promuovere i diritti umani in ambito Osce”. Si tratta della prima organizzazione ucraina a ricevere un Nobel per la Pace.

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