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Siria, scatta l’offensiva turca contro i curdi

Visto da lontano, fumo nero che si alza da un villaggio di campagna coltivata; in primo piano, edificio in fumo
Colonne di fumo viste dalla sponda turca del confine ad Akcakale. Copyright 2019 The Associated Press. All Rights Reserved

È iniziata mercoledì l'offensiva militare della Turchia contro le forze curde nel nord-est della Siria. Lo ha annunciato su Twitter il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, mentre giungeva notizia delle prime esplosioni nella località siriana di frontiera di Ras al-Ayn, dalla quale si è vista levare una fitta coltre di fumo. I caccia turchi, riferisce l'agenzia governativa Anadolu, hanno colpito fino a 30 chilometri dentro il territorio siriano.

“Le Forze armate turche, insieme all’Esercito nazionale siriano, hanno appena avviato l’Operazione ‘Primavera di Pace’ contro il Pkk/Ypg e i terroristi di Daesh (Isis) nel nord della Siria”, ha twittatoCollegamento esterno Erdogan. “La nostra missione è di evitare la creazione di un corridoio del terrore ai nostri confini meridionali e di portare pace nell’area”, ha aggiunto.

Raid aerei dell’esercito di Ankara hanno preso di mira, oltre a Ras al-Ayn, tre villaggi a sud e sud-est della cittadina di frontiera, secondo quanto riferito all’agenzia italiana Ansa da fonti sul terreno e testimoni oculari. Colpi di artiglieria turchi hanno inoltre colpito il villaggio siriano di Yabse, pochi chilometri a ovest da Tal Abyad.

Dall’area siriana bombardata, riporta Anadolu, sono stati sparati dopo i raid almeno otto colpi di mortaio: sei dalla zona di Qamishli in Siria verso la città turca di Nusaybin e due da Ras al-Ayn verso Ceylanpinar, la cittadina oltre il confine dove erano ammassati i soldati turchi e le milizie siriane filo-Ankara, pronti per l’operazione. Non risultano feriti.

Il comando delle operazioni delle forze curdo-siriane riferisce invece delle prime vittime civili dei raid aerei e di artiglieria, senza fornire ulteriori dettagli. Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni sul terreno.
 

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Secondo il portavoce di Anwar al-Hag, una milizia dell’Esercito siriano libero, sono almeno 18’000 i combattenti di milizie locali dll’Esl che prendono parte all’operazione militare contro le forze curde; 10’000 sarebbero impiegati a Ras a-Ayn e gli altri a Tal Abyad, le due postazioni frontalieraeevacuata dai soldati USA.

“Le stupide guerre senza fine, per quanto ci riguarda, stanno finendo!”. Così il presidente statunitense Donald Trump aveva confermatoCollegamento esterno che 50 soldati americani sono stati ritirati dal nord della Siria, dov’era attesa l’offensiva. Ora, ha aggiunto, “la Turchia dovrà prendere il controllo dei combattenti dell’Isis catturati e che l’Europa non ha voluto riprendere”.

Le reazioni

Un appello a bloccare l’operazione è stato rivolto alla Turchia dal presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker. “La via militare non porta mai a buoni risultati”, ha detto intervenendo al Parlamento europeo. Rivolgendosi ad Ankara, ha aggiunto: “non aspettatevi che l’UE finanzi una cosiddetta zona sicurezza”.

“L’operazione Fonte di Pace”, aveva scritto Erdogan in un secondo tweet, “neutralizzerà le minacce terroristiche contro la Turchia e porterà alla creazione di una zona di sicurezza, facilitando il ritorno a casa dei rifugiati siriani”.

Appelli a porre fine all’offensiva sono giunti anche dalla Germania e dalla Svizzera, che segue con preoccupazione i recenti sviluppi e invitaCollegamento esterno tutte le parti ad astenersi dalle ostilità e a rispettare il diritto internazionale, in particolare il diritto umanitario internazionale.

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Giovedì, su richiesta dei membri europei, si riunirà il Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il segretario generale Antonio Guterres, che si è detto “molto preoccupato” e ha ricordato come i civili e le infrastrutture civili debbano essere protette, crede che “non ci sia alcuna soluzione militare al conflitto in Siria” e solo “un processo politico inclusivo e credibile può portare una soluzione di lungo termine”.

L’operazione “si svolge nel quadro del diritto internazionale” e degli “accordi dell’Onu”, aveva sostenuto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu in una conferenza stampa dall’Algeria, dove si trova in visita ufficiale. “Sosteniamo l’integrità territoriale della Siria”, ha assicurato, insistendo sul fatto che l’incursione è un diritto di Ankara per difendere la sicurezza dei suoi confini.

Cavalletto da pittore posizionato sul bordo di una strada sterrate regge una cartina che indica il movimento di un offensiva
L’area potenzialmente interessata dall’operazione, in una cartina preparata martedì da un reporter TV. Keystone / Lefteris Pitarakis

Il Cremlino, dando notizia di una conversazione telefonica tra il presidente russo e il suo omologo Erdogan, riporta che Vladimir Putin, “ha invitato i partner turchi a riflettere attentamente sulla situazione in modo da non compromettere gli sforzi congiunti per risolvere la crisi siriana”.

“La Nato è stata informata dalle autorità turche delle operazioni nel nord est della Siria: è importante evitare azioni che destabilizzino la regione, aumentino la tensione e possano causare ulteriori sofferenze umane”, ha detto da parte sua il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. “Spero che l’azione della Turchia sia proporzionata e misurata per non indebolire la lotta comune all’Isis”.

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