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Incidenti sospetti a due petroliere nel Golfo di Oman

Petroliera in fiamme nello Stretto d Ormuz.
Una delle due petroliere in avaria al largo dell'Oman a causa di presunti atti di sabotaggio. Keystone

Due petroliere hanno avuto giovedì avarie sospette al largo dell'Oman, a un mese di distanza da un analogo incidente avvenuto nella stessa zona.

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La Front Altair e la Kokuka Courageous, che battono bandiera rispettivamente delle Isole Marshall e di Panama, sono state evacuate e gli equipaggi tratti in salvo, secondo quanto indicano fonti marittime.

Secondo i proprietari della Kokuka Courageous, la nave è stata attaccata a due riprese nello spazio di tre ore e un incendio è scoppiato nella sala macchine. L’agenzia di stampa iraniana Irna ha affermato che i 44 membri dell’equipaggio delle due petroliere danneggiate sono stati ripescati in mare dai soccorritori iraniani che li hanno condotti nel porto di Jask (Iran). La stessa agenzia ha riportato che la Fronte Altair era affondata, circostanza che è stata subito confutata dal proprietario norvegese e dalle autorità portuali iraniane.

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La nave cisterna Front Altair, diretta a Taiwan, conteneva 50’000 tonnellate di nafta mentre la Kokuka Courageous, che faceva rotta su Singapore, trasportava metano. Secondo l’armatore della prima, la società taiwanese CPC, la petroliera “sembrerebbe essere stata colpita da un siluro”. La Quinta Flotta statunitense, basata in Bahrein, ha annunciato di aver ricevuto due segnalazioni di soccorso, una alle 6h12 e l’altra alle 7h00.

Un quinto della domanda mondiale di petrolio transita dallo Stretto d’Ormuz, dove quattro navi commerciali sono già state oggetto lo scorso 13 maggio di atti di sabotaggio che secondo Ryad e Washington sono stati causati da mine iraniane, tesi smentita però dalle autorità di Teheran. Gli incidenti di giovedì hanno provocato l’immediata impennata delle quotazioni del barile Brent, aumentato del 4,05% a 62,40 dollari e di quelle del WTI a Washington progredito del 4,01% a 53,19 dollari.

Preoccupazione per gli ultimi fatti è stata espressa dalla federazione dei trasportatori di petrolio che ha ricordato come il 30% della flotta mondiale passi dallo Stretto di Ormuz: se quelle acque cessano di essere sicure, è stato sottolineato, viene messo a repentaglio l’approvvigionamento di tutto il mondo occidentale.  

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