Maxiprocesso contro la ‘Ndrangheta: condanne per oltre 2’000 anni
L'aula-bunker di Lamezia Terma constriuita espressamente per il maxiprocesso.
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Nel più grande processo per mafia istruito in Italia da decenni, gli imputati erano 338 e i giudici hanno impiegato un'ora e 40 minuti per la lettura della sentenza.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
Tra i condannati anche un ex deputato di Forza Italia. Il politico conservatore Giancarlo Pittelli – condannato a undici anni di carcere – è stato giudicato colpevole di aver operato per conto della ‘Ndrangheta da un tribunale della città di Lamezia Terme. Per lui la Direzione distrettuale antimafia (DDA) aveva chiesto la condanna a 17 anni.
Va ricordato che quello terminato lunedì mattina (processo Rinascita Scott) a Lamezia Terme è il primo grado di giudizio e che le accuse andavano dall’omicidio e dall’appartenenza a un’organizzazione criminale al traffico di droga, al riciclaggio di denaro e alla corruzione in appalti statali. Il pubblico ministero aveva chiesto condanne fino a trent’anni di carcere, per un totale di oltre 4’700 anni da infliggere a tutti gli imputati chiamati alla sbarra.
Tra i nomi di spicco condannati dai giudici figurano quelli di un tenente colonnello dei carabinieri, condannato a due anni e sei mesi, di un ex finanziere, che dovrà scontare dieci anni e sei mesi, e di un ex consigliere regionale, a cui è stata inflitta una condanna a un anno e sei mesi.
Le condanne più pesanti – trent’anni di reclusione – sono state inflitte a Saverio Razionale, indicato come il boss di San Gregorio d’Ippona e a Domenico Bonavota, ritenuto il boss di Sant’Onofrio. La lettura delle numerose sentenze si è protratta sull’arco di diverse ore, essendo ben 338 gli imputati a giudizio.
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Assolti
I magistrati calabresi hanno invece assolto l’ex sindaco di Pizzo Calabro Gianluca Callipo. Per lui, la DDA di Catanzaro aveva chiesto la condanna a 18 anni di reclusione. Pure assolto l’assessore regionale Luigi Incarnato, per il quale erano stati chiesti un anno e sei mesi di prigione.
Il processo, iniziato nel gennaio 2021, si è basato sulle dichiarazioni di oltre 50 diversi testimoni chiave che hanno rinunciato alla ‘Ndrangheta. Si tratta di un numero importante, considerato che di norma nelle organizzazioni criminali mafiose vige la “legge del silenzio”, in virtù della quale nessuno apre bocca.
Un tempo la ‘Ndrangheta calabrese era soltanto la terza delle varie organizzazioni mafiose in Italia, dietro a Cosa Nostra siciliana e alla Camorra napoletana. Attualmente è di gran lunga il gruppo criminale più potente d’Italia, con collegamenti in tutto il mondo.
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A quanto pare si tratta di un caso isolato: il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non è a conoscenza di altri connazionali coinvolti in una situazione simile.
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