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Manca gas? Il riscaldamento non potrà superare i 20°C

termostato di un riscaldamento
Per questo inverno la situazione non dovrebbe essere critica, ha rassicurato Parmelin. Keystone / Annette Riedl

In caso di carenza di gas, negli edifici che utilizzano questa fonte energetica la temperatura potrà essere limitata a 20°C. Lo ha deciso mercoledì il Governo svizzero.

Per ora è solo una lontana ipotesi, ma le autorità federali preferiscono non farsi trovare impreparate di fronte a un’eventuale penuria di gas.

Le misure entreranno in vigore solo in caso di carenza, ha sottolineato mercoledì il ministro dell’economia Guy Parmelin. “Siamo pronti, dobbiamo rimanere flessibili” in caso di crisi.

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Il consigliere federale ha aggiunto che le aziende e la popolazione devono essere preparate e sapere cosa attendersi. “Il rischio di una carenza per questo inverno rimane relativamente basso, anche se non può essere completamente escluso”, ha comunque rassicurato Parmelin. L’inverno 2023/2024 potrebbe invece essere più difficile.

A partire dal 1° dicembre, verrà istituito uno strumento di monitoraggio. “La situazione nei Paesi vicini, dove si trovano le nostre riserve di gas, sarà osservata da vicino. Se dovessero essere imposte restrizioni a queste riserve, potremmo agire rapidamente.

Tutti i gruppi di consumatori, comprese le famiglie, saranno chiamati a contribuire al risparmio di gas fin dall’inizio nel caso di una carenza.

Le famiglie consumano oltre il 40% del gas utilizzato in Svizzera, ha ricordato il Governo. Senza il loro contributo, non è quindi possibile ridurre in modo significativo il consumo totale. Il piano d’azione in quattro fasi presentato ad agosto e inviato in consultazione è confermato a grandi linee.

Nella prima fase, se la carenza è imminente, tutti i consumatori di gas naturale saranno invitati a ridurre i consumi. Se la situazione peggiorerà, Berna potrà ordinare in una seconda fase l’interruzione delle forniture di gas e il passaggio al petrolio per tutti gli impianti commutabili.

20°C massimo

Nella terza fase, verranno decretate restrizioni e divieti di utilizzo, come la riduzione della temperatura delle stanze a un massimo di 20 gradi e dell’acqua calda nelle caldaie a 60 gradi. Ma non ci sarà la polizia che va di casa in casa con un termometro a controllare la temperatura, ha tenuto a precisare Parmelin. Spetterà agli inquilini e ai proprietari rispettare i limiti di temperatura e, dove è possibile, regolarla autonomamente. I controlli saranno di competenza dei Cantoni.

Nella bozza iniziale presentata in agosto, il Consiglio federale aveva previsto di limitare la temperatura degli edifici riscaldati a gas a 19°C in caso di necessità. Dopo la consultazione ha rivisto la sua proposta. “Venti gradi è una temperatura facile da controllare e da regolare”, ha rilevato il ministro dell’economia.

Piscine e saune

Potrà essere vietato anche l’uso del gas nelle attività di svago e benessere, come piscine e saune. Tuttavia, gli ospedali, le case di cura, gli studi medici e i centri di nascita non saranno interessati dai provvedimenti.

Tutte queste misure hanno lo scopo di evitare che si arrivi alla quarta fase, cioè a un sistema di contingentamento della durata minima di 24 ore. Questo periodo potrebbe essere esteso a sette giorni o addirittura a diverse settimane se persistono difficoltà di approvvigionamento.

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