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La coalizione guidata da Netanyahu a un passo dalla maggioranza

Il premier Benjamin Netanyahu
Il premier Benjamin Netanyahu sorride dopo la diffusione dei primi exit-poll. Copyright 2020 The Associated Press. All Rights Reserved.

Benjain Netanyahu ha rivendicato nella notte "la vittoria" nelle legislative, anche se i risultati parziali non sembrano garantirgli una chiara maggioranza nella Knesset.


“Si tratta di una grande vittoria per Israele”, ha twittato il premier dopo la diffusione dei primi exit poll, i sondaggi effettuati all’uscita dei seggi, che gli attribuiscono un consistente vantaggio sul rivale Benny Gantz, nelle terze elezioni che si tengono in meno di un anno. Il Likud del primo ministro è infatti accreditato di 36 seggi (29,3%) contro i 32 (26,3%) di Kahol Lavan (Blu e Bianco) del suo concorrente diretto.

Ma dopo lo spoglio del 90 per cento delle schede la coalizione guidata da Benjamin Netanyahu otterrebbe però solo 59 deputati sui 120 in parlamento, con il rischio concreto di non risolvere la paralisi istituzionale nel paese mediorientale. La Lista araba unita, che guadagnerebbe 4 parlamentari, dovrebbe mantenersi in terza posizione con 17 rappresentanti.

 Il servizio del TG e la corrispondenza da Gerusalemme.

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Il leader del Likud comunque spera ancora di ottenere un quinto mandato alla testa dell’esecutivo, che sarebbe un record per Israele, per avere la strada spianata riguardo ai progetti di annessione delle colonie in Cisgiordania, come prevede il piano di pace elaborato dall’amministrazione Trump.

E proprio per questo nel corso della notte il premier ha espresso ai suoi elettori la sua felicità per il risultato elettorale: “Questa vittoria ha un sapore particolarmente dolce perché giunge contro ogni previsione, (…) abbiamo trasformato i limoni in limonata”.

Da parte sua Benny Gantz non ha voluto riconoscere la sconfitta, ritenendo possibile un sostanziale pareggio tra i contendenti. “Onestamente comprendo e condivido i sentimenti di delusione e di dolore poiché questo è un risultato che non volevamo”, ha detto l’ex capo di Stato Maggiore dell’esercito ebraico. Nelle ultime elezioni di settembre i centristi di Blu e Bianco avevano superato di un seggio il Likud (33 a 32) ma nessuna forza politica è stata in grado di formare un governo.

Ma se da un lato il risultato politico resta sospeso, dall’altro Netanyahu incassa comunque un sostegno nella sfida giudiziaria che lo vede protagonista. Accusato formalmente in novembre di corruzione, frode e appropriazione indebita in tre diverse vicende, il premier uscente dovrebbe comparire in tribunale il prossimo 17 marzo.

E i suoi avversari sospettano che abbia voluto le elezioni per avere un mandato forte dagli israeliani allo scopo di adottare una legge che sospenda i procedimenti contro i primi ministri in carica.

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