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Le trame occulte dietro ai Mondiali in Qatar

persona con mazzette di banconote esposte
Sin dall'assegnazione dei Mondiali nel 2010, il Qatar è al centro delle critiche, come qui durante una manifestazione a Berlino. Keystone / Clemens Bilan

Dall'assegnazione dei Mondiali, l'emirato avrebbe controllato ogni movimento all'interno della FIFA, la cui sede è in Svizzera, per smorzare qualsiasi tipo di critica, facendo anche capo ad ex collaboratori della CIA. È quanto rivela un'indagine della trasmissione Rundschau della Radiotelevisione svizzero tedesca SRF.

Sui sotterfugi e sulle pressioni ad alti livelli che il Qatar ha esercitato per riuscire ad aggiudicarsi l’organizzazione dei Mondiali di quest’anno si è già detto e scritto molto.

Non è neppure una novità il fatto che l’emirato ha assunto delle ex spie, in particolare statunitensi, per tenere d’occhio la situazione. Nel novembre di un anno fa, ad esempio, l’Associated PressCollegamento esterno aveva svelato che prima del voto della FIFA nel 2010 il Qatar aveva ingaggiato un ex membro della CIA per avere informazioni sugli altri concorrenti in lizza.

Ora la trasmissione Rundschau della Radiotelevisione svizzero tedesca SRF, il cui reportage sarà trasmesso mercoledì sera, rivela che questa attività di spionaggio sarebbe proseguita nel corso degli anni. L’obiettivo: controllare ciò che succedeva all’interno della FIFA per cercare di smorzare sul nascere qualsiasi tipo di critica contro il Paese e la sua gestione del progetto.

Tutti i dettagli dell’inchiesta di Rundschau in questo articolo disponibile in tedesco e in inglese:

Per arrivare ai suoi fini, il Qatar avrebbe speso non meno di 387 milioni a favore della Global risk advisor, una società statunitense composta essenzialmente di ex collaboratori e collaboratrici dei servizi segreti americani.

Gli specialisti e le specialiste della società americana avrebbero fatto ricorso anche ad attacchi informatici per accedere ai computer dei dirigenti della federazione internazionale di calcio.

“Mi sono reso conto più volte che il mio telefono era controllato e che dal mio entourage uscivano informazioni riservate benché non me lo aspettassi – testimonia l’ex presidente della FIFA Sepp Blatter. Ho pensato ad azioni di spionaggio, ma non avevo delle prove. Ma queste informazioni non mi sorprendono, piuttosto mi rattristano”.

Interpellato in merito, il Governo qatariota ha respinto qualsiasi accusa.

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