La televisione svizzera per l’Italia

Le rotte del contrabbando passavano dalla Valle Morobbia

Monumento al contrabbandiere a Gondo (VS).
I contrabbandieri oggi vengono rievocati con una certa nostalgia. Keystone/ Valentin Flauraud

Per decenni gli spalloni si sono inerpicati lungo le valli che portano al passo San Jorio, con le loro bricolle cariche di riso o sigarette.

Nel ristorante della Posta di Carena, in Val Morobbia, poteva capitare spesso di incrociare, fino a un cinquantennio fa, personaggi dediti al contrabbando tra Italia e Svizzera. La valle prealpina connette infatti la regione del lago di Como con il versante elvetico del Verbano e benché non fosse una delle rotte principali del contrabbando tra i due paesi, ha comunque rivestito sempre di una certa importanza.

Per decenni gli spalloni hanno trasportato nelle loro bricolle sacchi di riso padano, ma dagli anni ’50 si è affermato un traffico inverso, quello delle sigarette. Con il beneplacito delle autorità svizzere i contrabbandieri hanno percorso i sentieri che portavano al passo San Jorio, a 2’000 metri di altitudine, dove ad attenderli c’erano gli uomini della Guardia di finanza che alloggiavano nella vicina caserma.

Una contesa che si è rinnovata di continuo, fino agli anni ’70 quando è divenuto meno lucroso il commercio illegale di bionde, che in Italia figuravano tra i monopoli di Stato.

Il Quotidiano della RSI è tornato su questi luoghi, ricchi di memorie e storie umane, come ricordano alcuni testimoni di quelle vicende ormai lontane nel tempo.

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