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Il primo impianto svizzero per il riciclo di auto elettriche apre vicino a Soletta

Macchina verde
La piccola grande innovazione del Salone 2024: la Renault R5 E-Tech. KEYSTONE/© KEYSTONE / MARTIAL TREZZINI

Secondo i dati del Touring Club Svizzero, un terzo delle nuove auto immatricolate in Svizzera lo scorso anno erano elettriche. Nei pressi di Soletta è stato inaugurato Librec, il primo impianto di riciclaggio per veicoli elettrici. Sarà in grado di trattare fino a 10'000 tonnellate di rifiuti all'anno, garantendo una gestione sostenibile dei materiali.

Tesla, Renault Zoé, Volkswagen ID: queste auto elettriche sono sempre più visibili sulle strade svizzere. L’anno scorso, un’auto nuova su tre era elettrica. In totale, rappresentano poco più del 6% delle vetture in circolazione.

Le batterie di questi veicoli potrebbero finire sui transpallet della Librec.

“Al momento, le batterie che devono essere riciclate provengono principalmente dalla produzione”, spiega Jodok Reinhardt, direttore e fondatore di Librec. “Per il resto ci sono anche alcuni resi di prodotti difettosi e già alcune batterie a fine vita”.

Energia verde

Una volta raccolte da Librec, le batterie vengono dapprima scaricate. “Questo avviene in 12 camere in mattoni e cemento. Tutta l’elettricità recuperata viene utilizzata per la produzione. Librec utilizza solo energia verde”.

Perché si è voluto fondare un’azienda come questa in Svizzera? “Se un quarto del parco veicoli elettrico svizzero sarà elettrico, ciò significherà un milione di auto che trasportano 400’000 tonnellate di batterie. Qui possiamo trattare fino a 10’000 tonnellate all’anno. La nostra capacità sarà comunque ancora insufficiente”, spiega. In altre parole, è la risposta a un bisogno reale.

Nella sala successiva, grazie a vari processi meccanici, le batterie vengono frantumate e i materiali smistati. Da una parte il rame, dall’altra l’alluminio…

“E qui si può vedere la famosa ‘black mass’ [massa nera], una polvere nera composta da nichel, cobalto e litio, fino a 25% ciascuno. È molto preziosa, si vende tra i 3’000 e i 4’000 euro a tonnellata”. La black mass viene venduta in Corea del Sud, perché l’Europa non ha ancora una capacità sufficiente per sfruttarla.

Anche se il numero di veicoli elettrici è esploso negli ultimi anni, le vendite sono stagnanti nel 2024. L’Unione Europea, che aveva previsto di vietare i motori a combustione per le nuove immatricolazioni a partire dal 2035, sta pensando di allentare questa misura.

Tuttavia, Reinhardt non è preoccupato da questa incertezza politica: “Abbiamo progettato infrastrutture per 20-30 anni. E come riciclatori siamo in stretto contatto con i produttori di batterie e di automobili. Per loro è molto chiaro: non si può tornare indietro, nemmeno in Europa. La domanda è quanto velocemente avverrà questo cambiamento”.

Puntare sul riciclo

Puntare tutto sul riciclo è una scommessa che potrebbe rivelarsi vantaggiosa in un altro modo, spiega Roland Hischier, capogruppo dell’EMPA, il Laboratorio Federale per la ricerca sui materiali.

“Non c’è disponibilità illimitata dei metalli che utilizziamo nelle batterie. Quindi penso che sarà il prezzo a guidare l’industria. Il prezzo delle materie prime più rare aumenterà e, di conseguenza, anche il riciclo diventerà economicamente più interessante”.

Una tendenza che, sul lungo termine, potrebbe dare ragione a Librec. Secondo un rapporto della Confederazione, i ricavi del riciclo dovrebbero superare quelli del settore minerario entro il 2060. Per quanto riguarda Librec, sta già pianificando l’apertura di nuovi siti nei prossimi anni.

Tradotto con l’aiuto di Deepl/Zz

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