Le prospettive d’impiego in Svizzera sono buone, ma non in Ticino
Il 45% delle imprese interrogate nell'ambito di un sondaggio intende assumere personale nel periodo gennaio-marzo, il 18% punta a ridurre l'organico, il 34% non prevede cambiamenti e il 3% si astiene.
Keystone-SDA
Le prospettive d'impiego rimangono positive in Svizzera, mentre sono negative in Ticino: lo segnala il barometro di Manpower, che come di consueto mette in luce forti differenze regionali e settoriali.
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A livello elvetico il 45% delle imprese interrogate nell’ambito di un sondaggio intende assumere personale nel periodo gennaio-marzo, il 18% punta a ridurre l’organico, il 34% non prevede cambiamenti e il 3% si astiene. Lo scarto fra le due prime posizioni è di 27 punti: dopo la correzione delle variazioni stagionali la “previsione netta sull’occupazione” per il primo trimestre 2025 risulta essere di +29%, informa in un comunicato odierno la multinazionale specializzata nelle risorse umane. Il dato è di 4 punti inferiore a quello dell’ultimo rilevamento.
“Nonostante un leggero calo delle aspettative di assunzione, il mercato del lavoro elvetico rimane uno dei più competitivi e resistenti al mondo”, commenta Eric Jeannerod, numero uno di Manpower in Svizzera, citato nella nota. “Ciò riflette l’adattabilità e l’abile orientamento strategico delle aziende svizzere”.
Non dappertutto però splende sole: a livello regionale spicca il dato del Ticino, pari a -14%, che è di gran lunga il peggiore fra le grandi regioni analizzate e unico in negativo. Assai maggiore propensione a reclutare personale viene rilevata nelle zone di Zurigo (+40%), Svizzera nordoccidentale (36%), Espace Mittelland (32%), Lemano (31%), Svizzera centrale (30%) e Svizzera Orientale (+21%), fra cui si inseriscono i Grigioni.
“Queste differenze riflettono la diversità delle condizioni economiche locali”, commentano gli esperti di Manpower. “Mentre alcune regioni beneficiano di forti fattori di crescita, altre sono più caute o addirittura negative sulle opportunità di espansione”.
I rami in cui vi è più ottimismo sono il settore sanitario (+46%), i trasporti e la logistica (42%), la finanza e l’immobiliare (40%), l’informatica (32) e l’industria (29%). Marciano sul posto i servizi di comunicazioni (0%), mentre arretra il comparto energia (-26%). Quest’ultimo dato, secondo gli specialisti di Manpower, riflette sfide quali le fluttuazioni dei prezzi e le pressioni normative. Ultima considerazione utile: le grandi imprese (più di 5000 dipendenti) sono molto più propense ad assumere (43%) di quella piccole, con meno di dieci addetti (8%).
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