Accordo commerciale UE-USA, il minore dei mali per l’economia svizzera

In Svizzera si è sempre in attesa di un accordo sui dazi doganali con gli Stati Uniti. L’intesa raggiunta tra Washington e Bruxelles peserà comunque sull’economia elvetica.
Un “accordo di limitazione dei danni”: Economiesuisse, la più importante organizzazione ombrello dell’economia elvetica, definisce così l’intesa sui dazi doganali raggiunta tra Stati Uniti e Unione Europea.
Il 15% è una percentuale elevata, ma rappresenta pur sempre un passo in avanti rispetto al 30% paventato in un primo tempo da Donald Trump, rileva in sostanza Jan Atteslander, responsabile del commercio estero dell’associazione, intervistato dalla Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF.
“È una buona notizia poiché si è riusciti a scongiurare una guerra commerciale tra gli Stati Uniti e l’Unione europea – osserva Atteslander. L’UE, in quanto principale cliente della Svizzera, beneficia ora di una maggiore certezza giuridica e non è coinvolta in un conflitto commerciale.”
L’altra faccia della medaglia è che il 15% resta comunque un dazio “elevato”, che “non favorirà la dinamica degli scambi commerciali tra USA e UE”.
Secondo Eurostat, il 20% dei beni esportati dall’Unione Europea è destinato agli Stati Uniti. L’UE nel suo complesso ha registrato un surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti pari a 235,6 miliardi di dollari (201,5 miliardi di euro), secondo il Bureau of Economic Analysis (BEA), che dipende dal Dipartimento del Commercio statunitense e ha pubblicato le sue statistiche per il 2024 all’inizio di febbraio. Solo la Cina presenta un valore superiore.
In termini di valore, è di gran lunga la Germania il Paese che, all’interno dell’Unione, esporta più merci verso gli Stati Uniti, per un totale di 161,2 miliardi di dollari nel 2024, seguita da Irlanda e Italia, rispettivamente con 72 e 64 miliardi di dollari, secondo i dati di Eurostat.
La Svizzera ha registrato nel 2024 un surplus commerciale di oltre 48 miliardi di dollari nei confronti degli USA. L’economia elvetica ha esportato beni per 81 miliardi di dollari mentre le importazioni hanno raggiunto 32 miliardi.
Fonte: RTS
“Un onere indiretto”
La Confederazione e le sue imprese sono indirettamente colpite da questo effetto frenante, in quanto fanno parte della catena di creazione di valore: “Se viene applicato un aumento del 15%, ciò frena naturalmente la domanda americana”, spiega Atteslander.
Swissmem, l’associazione che raggruppa il settore dell’industria tecnologica, è sulla stessa lunghezza d’onda e parla in sostanza del minore dei mali.
>>> Il servizio del TG della RSI:
L’organizzazione prevede un calo della domanda di beni industriali elvetici. L’economia svizzera fornisce infatti molti prodotti primari e componenti all’UE, che vengono poi colpiti dai dazi quando il prodotto finale viene esportato negli USA. Swissmem parla di un onere indiretto.
Anche l’industria farmaceutica svizzera sarà indirettamente colpita dai dazi del 15% che andranno a gravare sui prodotti UE negli Stati Uniti: circa la metà dell’export di medicinali di imprese elvetiche negli USA avviene infatti attraverso l’Unione Europea, ha indicato a Keystone-ATS l’associazione di categoria Interpharma. Finora i medicamenti non erano sottoposti a tariffe.
In attesa di un accordo Svizzera-USA
L’economia elvetica attende ora di sapere quali saranno le condizioni imposte alla Confederazione. Berna e Washington stanno infatti ancora negoziando per risolvere la vertenza commerciale. Il 2 aprile 2025, il presidente statunitense aveva annunciato che, visto il forte deficit commerciale con la Svizzera, i dazi sarebbero ammontati al 31%.
Il centro di studi congiunturali KOF ha calcolato che, se il provvedimento entrasse in vigore, potrebbe costare alla Svizzera 17,5 miliardi di franchi nel 2026.
Finora la misura non è stata attuata, ma rischia di esserlo a partire dal primo agosto, quando scadrà il decreto di Trump che sospendeva i dazi doganali aggiuntivi per alcuni Paesi, tra cui la Svizzera.
I negoziati tra Berna e Washington sembravano essere in dirittura d’arrivo già diverse settimane fa. Il 4 luglio scorso, il Consiglio federale ha firmato una dichiarazione d’intenti congiunta per appianare la vertenza. Il testo non è però ancora stato approvato dalle autorità statunitensi.
“Aspettiamo l’accordo dell’amministrazione Trump, cioè di Trump stesso”, ha dichiarato l’8 luglio scorso Albert Rösti, aggiungendo che bisognava vedere se il presidente statunitense “era d’accordo”.
Secondo le informazioni trapelate su diversi media, la bozza di accordo prevederebbe esenzioni per i prodotti farmaceutici, che rappresentano circa la metà dell’export elvetico verso gli Stati Uniti (65 miliardi di franchi nel 2024). Da parte sua Berna, si impegnerebbe a ridurre i dazi su certi prodotti statunitensi, stando a quanto riporta il quotidiano 24heures.

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