La televisione svizzera per l’Italia

La Svizzera festeggia una Nazionale da sballo

tifosi in festa
A Zurigo, così come in tutte le città svizzera, è stata una notte di festa. Keystone / Ennio Leanza

Era dal lontano 1938 che la Nazionale rossocrociata non riusciva a vincere una partita ad eliminazione diretta e dal 1954 che non si qualificava per i quarti di un grande torneo. Una vittoria, quella conquistata lunedì sera a Bucarest contro la Francia, festeggiata come meglio non si può.

Al 75′ minuto dopo la splendida rete di Paul Pogba probabilmente più nessuno avrebbe scommesso un franco sulla Svizzera. Di sicuro non la Gazzetta dello Sport, che ha intitolato la sua diretta “Il gol che chiude la partita”. E vedendo il balletto di Pogba e compagni, probabilmente anche i francesi in campo a Bucarest devono essersi un po’ detti la stessa cosa.

Ma un po’ tutti avevano fatto i conti senza l’oste. “Abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo, per cinque minuti dopo il gol di Pogba è stato difficile. Ma non avevamo nulla da perdere, siamo andati tutti avanti ed è andata così”, ha detto un raggiante Remo Freuler. “Eravamo liberi in testa e abbiamo giocato con il cuore”, ha proseguito il centrocampista dell’Atalanta.

“Oggi abbiamo scritto una pagina di storia, ha da parte sua enfatizzato il capitano dei rossocrociati Granit Xhaka. Ogni svizzero, poco importa dove vive, può essere fiero”. Cosa ha detto ai suoi compagni dopo il 3 a 1 che sembrava aver messo definitivamente fine ad ogni speranza elvetica? “Ho detto a Yann Sommer che dovevamo svegliarci e che anche lui doveva risvegliare i difensori. Ho pensato che sul 3 a 1 la Francia avrebbe potuto pensare che era finita, ma sapevo che se avessimo segnato il 3 a 2…”

uomo si copre la faccia con un cappello
Dopo il 3 a 1 di Pogba, era difficile credere in una rimonta… Keystone / Cyril Zingaro

“Dopo il rigore mancato [da Ricardo Rodriguez, ndr], i due gol sono arrivati troppo rapidamente, gli ha fatto eco il commissario tecnico della nazionale Vladimir Petkovic. Per dei giocatori normali è quasi impossibile rientrare in partita, ma oggi siamo stati una grande squadra. Ogni giocatore ha dato tutto. Ci abbiamo creduto, siamo riusciti a pareggiare e ad avere la forza per tenere nell’ultima mezz’ora”.

Dopo il rigore sbagliato da Kilian Mbappé, quella che a un certo momento ai più era sembrata un’illusione si è improvvisamente trasformata in realtà. Per la prima volta dai Campionati del mondo del 1938 (giocati guarda un po’ in Francia), i rossocrociati sono riusciti a vincere una partita ad eliminazione diretta e a qualificarsi per i quarti di finale di una grande competizione. Negli ultimi appuntamenti internazionali, il cammino degli elvetici si era sempre mestamente concluso nella fase a gironi o al massimo agli ottavi di finale.

In tutto il Paese sono così iniziati i classici cortei d’auto con relative clacsonate e sbandieramenti. Una tradizione riservata fin qui soprattutto ad italiani e portoghesi, due delle comunità straniere più presenti in Svizzera e con delle Nazionali spesso vincenti.

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Nelle piazze delle principali città la festa è andata avanti a lungo. “Una trance che allontana almeno per una notte la minaccia sanitaria. Con l’exploit arriva anche il momento degli abbracci”, scrive il giornale Le Temps

“Una notte che pochi, pochissimi credevano potesse essere vissuta dalla Nazionale. Da questa Nazionale”, sottolinea da parte sua il Corriere del Ticino.

Ricordando le critiche che si erano abbattute sui rossocrociati soprattutto dopo la sconfitta con l’Italia, il quotidiano ticinese scrive: “Portata al limite, sbeffeggiata per questioni talvolta futili e criticata per altre più concrete, la squadra ha reagito in modo dirompente. Tirando fuori uno spessore tecnico e caratteriale in passato solo vagheggiato”.

La Neue Zürcher Zeitung rende omaggio in particolare al ct Vladimir Petkovic, che malgrado gli attacchi ha sempre dato fiducia ai leader come Granit Xhaka, Xherdan Shaqiri e Haris Seferovic e ha saputo infondere uno stile nuovo alla squadra. Uno stile più offensivo e una mentalità che non si accontenta più di nascondersi dietro a una supposta superiorità degli avversari.

“Woodstock del calcio”

L’exploit degli elvetici trova ampi spazi anche sulla stampa internazionale. L’Equipe si focalizza soprattutto su ciò che non ha funzionato tra i Bleus e sugli errori di Didier Deschamps: “Annientati”, titola il quotidiano sportivo francese.

Libération parla di una “Woodstock del calcio”, di “un’improbabile sequenza di libertà, dove due squadre separate da tutto” (risultati, riconoscimento, status dei giocatori…) si sono riunite una “sorta di messa solenne del calcio”. Una messa dalla quale è uscita vincitrice la Svizzera dopo una partita “monumentale”.

L’inglese The Sun rende omaggio agli “eroici svizzeri” che hanno “semplicemente rifiutato di accettare il loro destino”, riuscendo a pareggiare negli ultimi dieci minuti.

yann sommer
Yann Sommer, uno degli eroi della serata di Bucarest. Keystone / Jean-christophe Bott

In Germania Der Spiegel gioca sul cognome del portiere elvetico: “Die Schweiz, ein Sommer-Märchen”, ovvero la Svizzera, una favola estiva.

Il quotidiano sportivo spagnolo Marca si proietta già sulla prossima partita, che vedrà appunto opposti a San Pietroburgo i rossocrociati alle Furie rosse: “La Svizzera sarà quindi l’avversaria della Spagna. Non era previsto, ma non c’è dubbio che l’avversario sarà una roccia. Hanno fatto fuori i campioni del mondo con una grande partita”. Il verdetto è atteso venerdì verso le 20:00.

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