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La siccità colpisce gli agriturismi

A partire dal primo giugno, a Siena e Grosseto non sarà possibile riempire le piscine - Una misura che colpisce soprattutto il settore turistico. Il reportage di RSI News.

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L’acquedotto del Fiora che approvvigiona una vasta area della Toscana e la parte settentrionale del Lazio chiude i rubinetti. Dal primo giugno al 30 settembre la distribuzione dell’acqua potabile sarà razionata e sarà vietato il riempimento delle piscine. Il provvedimento è limitato per ora a Siena e Grosseto ma potrebbe essere esteso ad altre province se la siccità estrema che sta colpendo la Toscana dovesse persistere nelle prossime settimane.

Il settore turistico è in apprensione. I molti agriturismi e alberghi dotati d’impianti natatori delle aree interessate, non potendo attingere dall’acqua comunale e in molti casi neanche dai pozzi privati, saranno costretti a rifornirsi con le autobotti a costi centuplicati. Una piscina durante la stagione estiva perde mediamente una quantità d’acqua pari a una vasca e mezzo, per via dell’evaporazione e delle operazioni di pulizia.

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La Confederazione italiana agricoltori di Siena, cui è associata la gran parte degli agriturismi della provincia, ha contestato il divieto proponendo un migliore razionamento dell’acqua durante tutto l’anno per evitare disagi e ricadute economiche al settore nel periodo di maggiore affluenza turistica.Contrariamente, la direzione dell’acquedotto del Fiora ha dichiarato che il razionamento dell’acqua nei mesi estivi sarà inevitabile fin quando non si troveranno soluzioni strutturali in grado di fronteggiare alla scarsità d’acqua, ormai consolidata, che si aggrava progressivamente.

Il periodo che va da gennaio a ottobre dello scorso anno è stato il più siccitoso di sempre in Toscana. Le temperature hanno superato di oltre due gradi le medie storiche degli ultimi trent’anni e le precipitazioni sono diminuite del 30%, nella provincia di Grosseto fino al 70%. Le piogge si sono concentrate in soli tre mesi, in episodi meteorologici intensi durante i quali l’acqua è defluita, provocando anche smottamenti, senza avere la capacità di drenare in profondità per alimentare le falde. La Regione ha attivato un piano per la costruzione di nuovi invasi e avviato i lavori per contrastare la dispersione dell’acqua dalle tubazioni che in Toscana supera il 40%, in linea con la media nazionale. Tuttavia, i cambiamenti del clima accelerano rispetto alla capacità delle amministrazioni di attuare contromisure efficaci. La scorsa estate, la siccità è costata quasi 300 milioni alle imprese agricole toscane e quest’anno, per la prima volta, l’aggravio economico investirà anche gli operatori turistici.

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