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L'epopea del contrabbando

Contrabbandieri in Ticino verso il 1950. © RDB/Schleiniger

Frontiera è spesso anche sinonimo di contrabbando. Un fenomeno che ha profondamente marcato le regioni a cavallo tra Italia e Svizzera e di cui ripercorriamo la storia.

Questo contenuto è stato pubblicato il 23 settembre 2021 - 09:00

Ninna nanna, dorma fiöö...

El tò pà el g'ha un sàcch in spala

E'l rampèga in sö la nòcc...

Prega la loena de mea fàll ciapà

Prega la stèla de vardà in duvè che'l va

Prega el sentée de purtàmel a ca'...*

Davide Van De Sfroos, La ninna nanna del contrabbandiere

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Grazie al contrabbando si sono costruite fortune, ma si sono anche consumate tragedie. Sono state scritte canzoni, come quella del cantautore comasco Davide Van De Sfroos, il cui pseudonimo - De Sfroos - significa proprio "di frodo, di contrabbando". È un fenomeno che per decenni ha ritmato la vita di molte persone nelle regioni a ridosso della frontiera. Ha segnato il territorio ed ha avuto un'influenza considerevole sull'economia, la società e la cultura al di qua e al di là del confine. 

Dapprima riso, poi sigarette, valuta, carne o anche esseri umani: ogni epoca ha avuto il suo 'prodotto' che transitava illegalmente attraverso il confine. Oggi, con l'apertura delle frontiere, il fenomeno è meno visibile. Non ci sono più gli spalloni di un tempo che con la loro bricolla in spalla di notte percorrevano impervi sentieri, cercando di sfuggire ai finanzieri. Ma non per questo il contrabbando è scomparso. Ha semplicemente assunto altre forme.

Certo, oggi non c'è più nulla di romantico in questo fenomeno. Anche se a ben vedere, con il suo tributo di morti ammazzati sia tra le guardie di confine che tra i contrabbandieri, non è che in passato il contrabbando avesse poi quel granché di romantico.

Una storia, o meglio tante storie, che abbiamo deciso di ripercorrere con la consulenza dello storico Adriano Bazzocco, che al contrabbando e alla frontiera ha dedicato numerosi studi.

Nel primo reportage vi portiamo alla scoperta di quella che in Ticino viene chiamata la "ramina", ovvero la rete metallica installata dall'Italia tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo per contrastare il traffico merci illegale. Una sorta di piccolo muro di Berlino, con tutti i distingui del caso, che per anni ha tagliato in due il confine.

Vi parleremo poi di contrabbando di riso, dei profughi e delle sigarette nel Dopoguerra. Vi sarà spazio anche per le testimonianze di chi di contrabbando ha vissuto o di chi lo ha combattuto. Senza dimenticare storie tragiche, come quella della guardia Ovidio Maggi, ucciso nel 1945. Fino ad arrivare ai giorni nostri, con traffici di altro tipo e un confine che viene presidiato in un modo completamente diverso.

Buona lettura e buona visione!

*Ninna Nanna, dormi figliolo…

tuo papà ha un sacco in spalla

e si arrampica sulla notte…

Prega la luna di non farlo prendere

prega la stella di guardare dove va

prega il sentiero di portarmelo a casa….

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