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Si fa strada in Svizzera il radar anti-rumore

Strada cittadina con alcune auto in transito; in primo piano, un insegna luminosa che segna in rosso Bruit!
Rumore! Keystone / Laurent Gillieron

Funziona come un radar, ma la sua attività principale non è rilevare la velocità dei veicoli, bensì misurarne il rumore. L'apparecchio, che dopo un debutto in Svizzera tedesca è stato sperimentato a Ginevra e Losanna nel 2020, sarà attivo dalla primavera anche nella Svizzera italiana. Lo scopo è sostenere una campagna informativa per aumentare il grado di consapevolezza sui rumori generati dal traffico e gli effetti negativi su salute e ambiente.

I risultati del monitoraggio del rumore a livello nazionale sonBASE, pubblicatiCollegamento esterno nel 2018, mostrano che in Svizzera una persona su sette di giorno e una su otto di notte risiede in un luogo dove viene superato il limite di nocività per l’esposizione al rumore.

Il principale responsabile è il traffico stradale delle città e degli agglomerati urbani. Oltre il 90% delle persone colpite da questo tipo di rumore vive nei principali centri abitati o nelle immediate vicinanze. 

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I valori limite sono stabiliti dall’Ordinanza federale contro l’inquinamento fonico (OIF)Collegamento esterno.

Le conseguenze

Il rumore grava sulle prestazioni cognitive e sulla salute delle persone: alla lunga aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e può essere causa di ipertensione e persino ictus o infarto. Inoltre, causa un deprezzamento degli immobili e, visto che le zone rumorose perdono attrattiva per coloro che cercano un alloggio, interferisce con i piani di sviluppo degli insediamenti, limitando i margini d’azione dei Comuni.

Il piano nazionale di misure di riduzione del rumore, approvatoCollegamento esterno dal Consiglio federale a metà 2017, pone l’accento sulla lotta alla fonte. Nel caso del rumore stradale, la Confederazione sostiene l’ulteriore sviluppo di pavimentazioni fonoassorbenti e intende esaminare la promozione di veicoli silenziosi. Non da ultimo, il governo vuole modernizzare il monitoraggio del rumore e rafforzare la consapevolezza della popolazione sulla problematica.

E qui entra in gioco quello che a sud delle Alpi è stato ribattezzato “rumorometro”.

L’inquinamento acustico non incide sulla salute in modo repentino, ma si accumula sotto forma di stress psicofisico, che col tempo può portare a
-Malattie cardio-metaboliche
-Riduzione profondità del sonno
-Disturbo della comunicazione
-Reazioni di risveglio
-Calo del rendimento cognitivo

Il nuovo radar

“È uno strumento che permette di rilevare in tempo reale il rumore che sta provocando un veicolo al suo passaggio in una zona particolarmente sensibile”, spiega alla RSI il Capo ufficio prevenzione rumori del Canton Ticino, Ennio Malorgio. All’automobilista non viene mostrato il valore in decibel, ma piuttosto un messaggio come ‘Grazie’ o, al contrario, ‘Rumore!’. “Un’informazione che possa rendere consapevole il conducente che una guida più consona alla situazione in cui si trova può avere un beneficio fonico anche per le persone che vi abitano”.

Il radar è quindi doppiamente utile: non solo sensibilizza chi è al volante ma gli consente di intervenire alla fonte, come auspicato dai piani di riduzione. “Noi abbiamo visto che il fatto di provocare rumori evitabili è molto dovuto allo stile di guida, indipendentemente dal tipo di veicolo, che per sua natura può essere magari più rumoroso”. Concretamente, si tratta ad esempio di non accelerare in modo improvviso ed evitare di viaggiare con una marcia bassa a velocità sostenuta. Molte persone non si rendono conto di arrecare disturbo, assicura Malorgio.

Ecco perché “non ci sono multe, diciamo che è un po’ come il radar amico della velocità”. Lo scopo è lanciare una campagna di informazione e sensibilizzazione che partirà verosimilmente in aprile, “con la bella stagione, quando tutti i test che stiamo effettuando adesso ci daranno la possibilità di avere uno strumento operativo al100%”.”Questo apparecchio permette il rilevamento di diversi parametri”, prosegue il capo ufficio, “tutto sta anche nel calibrarlo”.

Primo piano di tabella stampata su carta con valori numerici
L’apparecchio vero e proprio. Benché sia collegato a un cartello luminoso che non indica al conducente il livello di rumore né la velocità, il dispositivo registra i valori di misura, così da poter distinguere, in fase di analisi dei dati, le quote di rumore imputabili al tipo di veicolo, allo stile di guida improprio, agli eccessi di velocità. RSI-SWI

Il canton Ticino, che è attualmente impegnatoCollegamento esterno nel risanamento fonico di strade cantonali e comunali con la posa di asfalto fonoassorbente e adattamenti delle velocità massime, dispone di un Catasto del rumoreCollegamento esterno. Una fotografia acustica che faciliterà la scelta su dove installare il/i rumorometro/i, in collaborazione con i Comuni.

L’arrivo in Svizzera

Il radar anti-rumore apparve nell’aprile 2019 a Schinznach-Bad, sulla cantonale per Brugg (Argovia). Sviluppato e testato in Germania, importato nel nostro Paese da una ditta specializzata in strumenti di rilevamento del traffico, il dispositivo è in grado di distinguere automobili, motociclette, autobus e camion e può essere impostato per rilevare una o più categorie. Secondo quanto riferì l’Aargauer Zeitung costa 13’500 franchi (12’500 euro), può essere solare o a batteria e installato e smontato rapidamente.

In settembre, l’approdo a Metzerlen-Mariastein, canton Soletta. Piccolo il comune, ma grande la risonanza, poiché il progetto pilota -condotto sotto l’egida dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e del Touring Club Svizzero (TCS)- fu presentatoCollegamento esterno dalla popolare trasmissione televisiva Schweiz Aktuell.

In ambito urbano

A fine novembre 2020 si è invece conclusa la sperimentazione più recente. Per otto settimane, la città di Losanna ha installato il dispositivo in alcuni posti strategici del centro, con un pannello che indicava in rosso ‘Bruit!’ (rumore) in caso di sorpasso degli 83 decibel. La Polizia è stata coinvolta con lo scopo di sensibilizzare, ma è prevista una seconda fase in cui l’azione proseguirà con dei controlli più restrittivi.

Negli stessi giorni in cui Losanna riponeva il rumorometro, Ginevra pubblicava l’analisi dei risultatiCollegamento esterno dell’esperienza pilota condotta lo scorso giugno, la prima del Paese in un contesto urbano. Eccola.

Strada urbana, auto che passano e un cartello con l effige di una bambina che si tappa le orecchie e la scritta luminosa Merci
La versione ginevrina dell’insegna luminosa collegata al radar anti-rumore. Keystone / Martial Trezzini

I dati mostrano che una percentuale molto bassa di utenti della strada (1,5% il primo giorno) è all’origine di picchi di rumore dannosi per i residenti, anche se di notte il problema si acuisce (4,5% di indisciplinati tra le 22 e le 6).

L’idea di renderli consapevoli sembra funzionare: il numero di veicoli che causano rumore eccessivo diminuisce nel corso dell’esperimento e si è quasi dimezzato. Un’altra rivelazione è che tra i 40 e i 50 km/h, le auto fanno in media più rumore delle motociclette (fino a 5dB). La spiegazione è che le due ruote, a tali velocità, girano a in genere a basso regime, mentre nelle auto aumenta il rumore di rotolamento degli pneumatici. Ciò non toglie che alcuni motociclisti siano all’origine dei picchi più alti registrati.

L’esperienza di Ginevra conferma in sostanza che il comportamento del conducente è determinante. Uno stile di guida nervoso genera lo stesso rumore di 20 automobili che viaggiano simultaneamente in città, uno scarto ancora più impressionante sulla pavimentazione fonoassorbente, oggi ampiamente utilizzata ma che nulla può contro i colpi di gas inutili. Per non parlare della ‘modalità sport’ installata su alcuni veicoli, che apre le valvole dell’impianto di scarico al solo scopo di rendere il suono più aggressivo. Ma anche tenere l’autoradio troppo alta o sotto-gonfiare gli pneumatici aumenta il rumore.

Neppure Ginevra esclude che, dopo una fase di sensibilizzazione, il radar possa essere utilizzato nel Cantone per identificare veicoli o conducenti che turbano la quiete e intervenire sui comportamenti punibili.

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