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Un sorriso visibile e a prova di virus

Persona sorride attraverso tessuto trasparente
Thierry Pelet, capoprogetto di HelloMask, sorride attraverso l'innovativa creazione. Keystone / Laurent Gillieron

Creare una mascherina chirurgica trasparente che filtra i microbi ma lascia trasparire gli stati d'animo, Una sfida in cui si sono lanciati il politecnico di Losanna e il Laboratorio svizzero per la ricerca sui materiali Empa. Il personale sanitario potrà portarle dall'estate del prossimo anno.

Già prima della pandemia di coronavirus Diane Baatard, allora cantastorie professionista, andava a trovare i bambini malati di cancro o in fin di vita presso l’Ospedale universitario di Ginevra (Hug).

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Un giorno un bambino di due anni gli ha teso la mano dal suo letto. “Gli ho sorriso, ma mi sono resa conto che non poteva vederlo…”, racconta all’agenzia ats.

La ginevrina ha pensato allora che una mascherina trasparente avrebbe potuto essere una soluzione e si è messa alla ricerca di chi avrebbe potuto realizzarla. Invano, fino a che, durante una cena, non ha incontrato Sacha Sidjanski, del politecnico federale di Losanna (Epfl).

Lui ha creduto nel progetto e l’ha proposto alla giuria della Challenge Debiopharm-Inartis per la qualità di vita dei pazienti. Il progetto HelloMask vince a pari merito con un altro l’edizione 2016 e grazie al premio e al sostegno di una decina di associazioni raccoglie 500’000 franchi per finanziare due anni di ricerca.

Accelerazione

“Da allora abbiamo fatto molti passi in avanti. Abbiamo appena depositato un brevetto internazionale e abbiamo creato una start-up per proseguire lo sviluppo industriale e lo sfruttamento commerciale della maschera”, ha dichiarato Thierry Pelet, capoprogetto di HelloMask al centro EssentialTech dell’Epfl.

La start-up HMCARE, presente al campus Biotech ha appena raccolto un milione di franchi. Il successo ha superato le aspettative. Così tanti investitori si sono fatti avanti “che abbiamo dovuto declinare delle offerte”, aggiunge Pelet.

Senza volerlo il progetto ha beneficiato di una grande accelerazione a causa della pandemia di coronavirus che ha fatto diventare la mascherina un oggetto comune e necessario per tutti.

Completamente trasparente

L’idea del progetto è facile da capire ma non la sua realizzazione. All’inizio l’idea era di realizzare una maschera con una finestra trasparente a livello della bocca ma la produzione in più fasi (taglio della finestra e collegamento con la parte in tessuto) si è rivelata troppo onerosa.

L’Epfl e il laboratorio federale per la ricerca sui materiali Empa hanno dunque optato per una mascherina usa e getta interamente trasparente. Il materiale deve essere poroso e filtrante per far passare l’aria ma non gli agenti patogeni.

Una sfida superata perché i ricercatori sono riusciti a sviluppare un polimero quasi biodegradabile che risponde a tutte le esigenze, e ha già superato tutti i test. Comincia ora la fase finale: il passaggio dal laboratorio alla produzione industriale con ulteriori test a “grandezza naturale” e gli aggiustamenti che si riveleranno necessari.

Ma se il coronavirus ha dato slancio al progetto, a questo livello lo rallenta. “Con la crisi sanitaria, i partner industriali sono poco disponibili, occupati come sono a far fronte alla richiesta del mercato.” Una situazione che dovrebbe presto risolversi.

Produzione svizzera

Con le macchine per la produzione di mascherine importate, ora dovrebbe essere possibile anche produrre queste nuove mascherine in Svizzera. “A condizione che l’operazione non diventi troppo costosa. Discussioni sono in corso con cantoni e aziende”, spiega Pelet.

“La nuova mascherina sarà sicuramente un po’ più cara che il prodotto stanza ma sarà comunque negli standard del mercato pre-covid”, aggiunge.

Inizialmente sarà a disposizione solo del personale sanitario, ma interessa in molti, come le associazioni di non udenti, perché la mascherina trasparente permetterebbe di leggere le labbra e le espressioni facciali.

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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 25.06.2020)

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