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GastroSuisse vuole migliori coperture in caso di nuova pandemia

passanti davanti a un ristorante chiuso
Bar e ristoranti sono stati relegati a vittime collaterali della crisi, sostiene l'associazione di categoria GastroSuisse. Keystone / Francesca Agosta

L'associazione ombrello degli esercenti ed albergatori ha annunciato il lancio di un'iniziativa popolare affinché sia elaborata una base legale solida per risarcire le strutture toccate da eventuali restrizioni in caso di nuova pandemia.

La legge sulle epidemie permette di prendere misure severe per tutelare la salute della popolazione. Nello stesso tempo, però, non vi è nessuna norma che prevede compensazioni per le persone e i settori colpiti dalle restrizioni. Di conseguenza, i risarcimenti sono insufficienti e spesso arrivano troppo lentamente, ha sottolineato lunedì GastroSuisse in una conferenza stampa.

Il settore della ristorazione è particolarmente colpito dalla crisi ed è stato relegato allo status di vittima collaterale. “Ciò non deve accadere di nuovo”, ha sottolineato il consigliere nazionale Alois Gmür, presidente dell’intergruppo parlamentare per il settore alberghiero e della ristorazione.

“La politica – ha proseguito Gmür – non era preparata ad affrontare una situazione di emergenza a così lungo termine” e il dibattito parlamentare tenutosi in marzo in merito alla legge Covid-19 e ai cosiddetti casi di rigore, “con proposte che andavano da una perdita di fatturato del 20 fino al 40%, è stato un bazar”.

Il denaro promesso stenta ad arrivare

Per Casimir Platzer, presidente di GastroSuisse, “sembra ovvio e moralmente giustificabile che le industrie che hanno fatto enormi sacrifici in questa crisi debbano essere adeguatamente compensate”. Il denaro è stato promesso nel contesto dei casi di rigore inclusi nella Legge Covid-19. Il Governo federale ha ventilato aiuti per dieci miliardi di franchi. “Tuttavia, solo una parte di questo denaro ha già raggiunto i destinatari. Gli indennizzi vengono versati troppo lentamente e variano molto da cantone a cantone”, ha affermato.

“La Confederazione e i cantoni hanno fallito e hanno creato dei mostri burocratici”, ha aggiunto Platzer. Altri Paesi hanno fatto meglio, ha sottolineato, deplorando che la Svizzera non abbia seguito l’esempio di Austria e Germania, che hanno deciso di abbassare l’IVA per il settore.

Non rifare gli stessi errori

Per Platzer l’obiettivo dell’iniziativa, il cui testo dovrebbe essere pronto entro novembre, è chiaro: “Non dobbiamo rifare gli stessi errori”. “In caso di una nuova pandemia, ci deve essere una compensazione adeguata se gli stabilimenti vengono chiusi su ordine delle autorità”. Il diritto alla riduzione dell’orario di lavoro e alle indennità per perdita di guadagno andrebbe fissato per legge. L’iniziativa mira a stabilire le future regole del gioco. “Abbiamo bisogno di chiarezza”, ha insistito Platzer.

“Se le persone colpite vengono indennizzate adeguatamente, ciò rafforza anche il Consiglio federale nella lotta contro la pandemia e porta a una maggiore accettazione delle misure”, ha dichiarato dal canto suo Massimo Suter, vicepresidente di GastroSuisse e presidente di GastroTicino. Un obbligo di compensazione costringe anche lo Stato ad essere meglio preparato per una futura pandemia.

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tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 29.3.2021)

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