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Uno svizzero su due assume regolarmente farmaci

Interno di una farmacia; la farmacista consiglia un acquirente, di schiena; scaffali e cassetti tutt attorno
Il 50,3% della popolazione di 15 anni e più assume almeno un farmaco alla settimana © Keystone / Gaetan Bally

In Svizzera, metà degli adulti assume almeno un farmaco alla settimana e il consumo di medicinali è nettamente aumentato negli ultimi 25 anni, ma la stragrande maggioranza della popolazione ritiene di stare bene. È quanto emerge dall'Indagine sulla salute 2017, i cui risultati sono stati pubblicati giovedì dell'Ufficio federale di statistica (UST).

Per quanto un terzo della popolazione svizzera sia “affetto da malattie croniche”, rende noto l’UST, una netta maggioranza “considera la propria salute (85%) e qualità di vita (92%) buona o molto buona”.

Dal 1992 al 2017, rileva l’indagineCollegamento esterno, sono aumentate le patologie cardiovascolari come l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete e l’obesità.

Più di tutti, gli antidolorifici

La percentuale più alta di consumatori regolari di farmaci (54,1%) si registra nella Svizzera italiana, dove si osserva anche l’aumento più marcato: 25 anni prima, con il 35,2%, il sud delle Alpi era la regione con il tasso più basso del Paese.

A livello svizzero, nel 2017, il 50,3% della popolazione di 15 anni e più assumeva uno o più medicinali alla settimana, mentre nel 1992 era il 38%.

I più utilizzati sono gli antidolorifici, assunti dal 24% degli intervistati nella settimana precedente l’indagine (il doppio rispetto a 25 anni prima) e quelli contro i rischi di malattie cardiovascolari (16% contro l’ipertensione, 8% per l’ipercolesterolemia e il 7% per il cuore).

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Sonniferi, sedativi e antidepressivi vengono utilizzati dal 5% circa della popolazione.

La medicina complementare -agopuntura, medicina cinese, omeopatia o osteopatia- riscuote un crescente successo dal 2002. Il 29% degli intervistati (16% nel 2002) usufruisce di almeno un trattamento l’anno.

È maggiormente apprezzata dalle donne (37% contro il 21% di uomini) e dalle persone con una formazione superiore (34% contro il 18% di chi ha un diploma di scuola dell’obbligo).

Tensioni e ansia legate al lavoro

“La vita lavorativa ha un impatto fondamentale sulla salute”, scrive l’Ufficio federale di statistica. Il 9% fatica a conciliare lavoro e impegni familiari, oppure non riceve sostegno dai propri superiori. Nella Svizzera italiana la percentuale è più alta: 12,5%.

Complessivamente, il 20% degli occupati soffre sempre o spesso di stress sul lavoro e il 19% si sente emotivamente svuotato. Il 15% ha paura di perdere il proprio impiego.

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L’indagine sulla salute in Svizzera è realizzata dal 1992 a cadenza quinquennale. Per raccogliere i dati 2017 dati sono state interrogate 22’134 persone in tutto il Paese.

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