Italia, volge al termine la XVII legislatura
Giunge al termine giovedì, in Italia, la diciassettesima legislatura. Cinque anni che hanno visto alternarsi tre governi e lasciano incompiuta la legge sulla cittadinanza (ius soli).
Il premier Paolo Gentiloni, che in mattinata ha tenuto la conferenza stampaLink esterno di fine anno, attende di incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per definire le formalità che porteranno al voto per il rinnovo del Parlamento, il prossimo marzo.
Successi e difficoltà
Gentiloni ha dapprima ripercorso le difficoltà affrontate (i migranti, la minaccia del terrorismo) e i successi ottenuti: in economia, l'Italia non è più il fanalino di coda d'Europa, ha detto.
Non è mancato un accenno alla tempesta interna al Partito democratico, che ha visto avvicendarsi prima di lui i premier Enrico Letta e Matteo Renzi, quest'ultimo travolto dopo il tentativo fallito di riformareLink esterno la Costituzione e abolire il Senato.
Il primo ministro ha anche ricordato quanto ancora dovrà essere fatto dal 2018.
Incompiuto lo ius soli
Nota dolente della legislatura che si conclude è la legge per dare la cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia, che al Senato non è passata. Tecnicamente, per mancanza del numero legale in aula al momento del voto.
E se al Senato manca, come sembra, una maggioranza per approvare lo ius soli, l'agenda delle Camere è esaurita e Sergio Mattarella firmerà, verosimilmente nel tardo pomeriggio, il decreto di scioglimento del legislativo e fisserà la data per le elezioni.
In carica per la continuità
Il governo guidato da Gentiloni resterà in carica per gli affari correnti, a garanzia della continuità istituzionale, fino a tali elezioni (che dovrebbero svolgersi il 4 marzo) e per il tempo che sarà necessario a formare un nuovo esecutivo.
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