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In piazza contro le restrizioni Covid a Lucerna e Ginevra

Dimostranti marciano per le vie di Lucerna.
A Lucerna la più imponente manifestazione contro restrizioni e green pass. Keystone / Urs Flueeler

Come in altri paesi europei anche la Svizzera è stata teatro di manifestazioni contro le restrizioni imposte dalle autorità per combattere la pandemia e l'uso del certificato Covid (green pass).

Le più gremite si sono tenute a Lucerna e Ginevra. Nella città sul Lago dei Quattro Cantoni si sono contese le vie del centro i partecipanti di due opposti schieramenti.

Da un lato l’Alleanza d’azione dei cantoni primitivi, già scesa in campo in occasione del referendum (uscito sconfitto dalle urne) contro la legge federale Covid-19, si batte ora per porre fine all’attuale “regime sanitario” che non sarebbe più giustificato dall’evoluzione pandemica.

Nel corso del corteo – che ha attraversato il centro ed è giunto sulla riva sinistra del lago bloccando il traffico per almeno una mezz’ora sulle principali vie di comunicazione della città – si sono verificati alcuni incidenti che hanno coinvolto le forze di polizia: un agente è stato aggredito e ferito da due persone che sono finite in manette. Il cordone delle forze dell’ordine è riuscito a tenere separate le due manifestazioni (entrambe autorizzate dalle autorità comunali).

A quella principale, che ha radunato circa cinquemila persone, si è contrapposta quella più raccolta di “Bündnis Buntes Luzern”, che ha protestato sul Nationalquai, sulla riva destra del lago, contro le presunte derive della destra e le teorie cospirazioniste in ambito sanitario. In particolare l’organizzazione di sinistra ha criticato la presenza di esponenti neonazisti tra le file di coloro che si battono contro le restrizioni.

Un numero inferiore di attivisti, circa 800 secondo le stime della polizia, si è radunato nel pomeriggio anche a Ginevra, al grido di “liberté, liberté” contro il green pass divenuto obbligatorio in diversi Stati UE (ma non in Svizzera).

Davanti alla folla di Place de la Navigation Chloé Frammery, esponente di spicco dei “coronascettici”, ha stigmatizzato le agevolazioni accordate alle persone vaccinate contro il Covid-19 che stanno provocando, a suo dire, discriminazioni tra i cittadini: “Non siamo un popolo di addormentati”, ha esclamato la militante.

Tra i partecipanti sono spuntati striscioni e cartelloni di denuncia contro “la dittatura sanitaria” e il “pass nazitario”.

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