Il sovraffollamento delle carceri è un problema esacerbato dalle alte temperature.
Keystone / Peter Klaunzer
La canicola tocca tutti gli aspetti della vita quotidiana ed è ancora più problematica per chi, ogni giorno, è limitato negli spostamenti o nell'accesso a fonti di rinfresco. È il caso di chi si trova in prigione.
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Quella che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata una notte tropicale. A Vevey, nel canton Vaud, per esempio alle 3.40 di notte sono stati misurati 26,2 gradi. E se le notti sono calde, è perché le giornate sono torride: Ginevra ha raggiunto una temperatura di 37 gradi giovedì.
Per fuggire al caldo ci sono diverse soluzioni: chi si rifugia al lago o al fiume, chi nei centri commerciali, chi nell’ufficio climatizzato. Ma non sempre è possibile e non per tutti: i detenuti del sovraffollato carcere ginevrino di Champ Dollon, per esempio.
Con un’ora d’aria quotidiana, i detenuti si trovano a passare 23 ore al giorno in celle dove il caldo è soffocante e dove l’aria non circola. “Noi famigliari siamo preoccupati. Pare che là dentro le temperature salgano fino a 37 gradi”, racconta ai microfoni della Radiotelevisione svizzeraSandra, il cui compagno da tre mesi si trova a Champ Dollon. I carcerati si arrangiano con quello che hanno a disposizione, prosegue: “Mettono le lenzuola umide sui vetri, coprono le finestre, hanno messo panni umidi anche sui ventilatori, insomma adottano delle strategie”.
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La direzione della struttura fa sapere che si sta facendo il possibile: “Fra le misure che abbiamo preso, c’è un frigorifero e dei contenitori per l’acqua del rubinetto in ogni cella. In questo modo l’acqua fresca è sempre a disposizione”. Altre misure, per il momento, non possono essere implementate, dicono.
Secondo i responsabili, i detenuti non si lamentano del caldo, ma non è la prima volta che dall’esterno si punta il dito contro Champ Dollon: secondo l’esperto di questioni carcerali Quentin Markarian “è problematico per la salute dei detenuti, per il loro diritto alla vita. Siamo forse di fronte a una violazione della dignità umana”.
Se le misure finora adottate non fossero sufficienti, una commissione del Parlamento cantonale ginevrino non esclude di recarsi presto nella struttura per valutare la situazione.
L’emergenza canicola in centri di detenzione sovraffollati si fa sentire anche in Italia, dove il tasso di occupazione medio è del 112%. Ci sono posti dove le celle non sono dotate di frigoriferi o acqua corrente o dove la doccia si può fare solo a turni in spazi comuni a tutti i detenuti. Altrove, a volte, si arriva inoltre anche a razionare l’acqua. Situazioni che, protraendosi, non fanno che peggiorare lo stato di salute mentale de carcerati, che a volte, arrivati al limite della sopportazione, arrivano anche a togliersi la vitaCollegamento esterno.
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