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I giovani si vaccinano per solidarietà verso i più deboli

Sanitaria del centro di Giubiasco.
Ci si vaccina non solo per la propria salute. Keystone / Pablo Gianinazzi

Le motivazioni che spingono a vaccinarsi contro il coronavirus divergono in funzione dell'età. È quanto emerge da una ricerca condotta dall'Alta scuola zurighese di scienze applicate (ZHAW) tra 9'000 persone interpellate sul web.

In particolare, i più giovani si sottopongono all’immunizzazione per solidarietà verso i più deboli mentre gli anziani mettono al primo posto la loro salute e, in generale, quella della collettività.    

Solidarietà intergenerazionale

Sulle persone con meno di 24 anni, oltre la protezione dei gruppi a rischio, hanno un’indubbia importanza anche la prospettiva di poter viaggiare senza problemi e l’auspicio di un’imminente fine della pandemia, che finora ha comportato periodiche restrizioni e lockdown.

In proposito la ricercatrice Julia Dratva sottolinea che le risposte ottenute nel sondaggio coincidono con quanto sostenuto dal Consiglio federale: col vaccino gli anziani si proteggono e i giovani – tra cui la solidarietà risulta  molto marcata – a loro volta proteggono la società.

Dallo studio risulta anche un aumento della pressione sociale sull’immunizzazione di massa, il cui parametro è salito, da metà aprile, da 1,9 a 4,3 punti su una scala di dieci. Il 55% dei genitori di bambini con meno di 12 anni hanno indicato poi di voler sicuramente o molto probabilmente far vaccinare i figli. Il 10% è in attesa di maggiori informazioni, il 20% è indeciso e il 15% è contrario.

Quasi la metà degli svizzeri si è immunizzata

Intanto l’Ufficio federale della sanità ha reso noto che il 47,2% della popolazione elvetica è completamente vaccinata, con 8’878’473 dosi: 4’076’546 persone hanno completato il ciclo di immunizzazione e altre 725’381 si sono sottoposte alla prima iniezione.

In media, nella Confederazione vengono effettuate 40’713 vaccinazioni al giorno: dal 20 luglio e il 26 luglio sono state somministrate 284’990 dosi ma rispetto alla settimana precedente il ritmo delle iniezioni è diminuito del 20%.



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