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Sei un pedone? Per me puoi anche morire

Siamo tutti pedoni ansa

Cittadino svizzero?

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 dicembre 2016 - 09:39
Massimo Donelli

Se vieni a fare shoppingLink esterno natalizio a Milano, occhio.

Perché sotto la MadonninaLink esterno, come nel resto d'Italia, la vita del pedone è dura.

Molto dura.

Di più: a rischio.

Mortale.

Non ci credi?

Tanto per cominciare, sappi che qui, quando ti avvicini alle strisce pedonali, nessun automobilista si ferma.

Sì, hai letto bene.

Non si fermano.

No, non è come a Lugano o a Ginevra, che nemmeno sei arrivato al bordo del marciapiede e inchiodano.

Neanche per idea.

Non ci credi?

Vuoi la prova?

Eccola…

Negli ultimi dieci anni in Italia sono stati feriti 200 mila pedoni.

E ne sono stati ammazzati 7 mila.

Solo nel 2015, ben ventimila hanno subito un incidente e 605 sono morti (il 4% in più rispetto al 2014).

Uno su tre è stato ucciso sulle strisce.

Capito?

Non basta.

L'attraversamento è solo uno dei problemi.

Anche i marciapiedi sono una trappola.

Quelli di Milano, Genova, Roma, Napoli, specie fuori dal centro, si presentano in condizioni imbarazzanti.

Sporchi (mozziconiLink esterno e cartacce ovunque).

Pieni di buche (causa patto di stabilitàLink esterno).

Disseminati di escrementi canini e percorsi da quattrozampe senza guinzaglioLink esterno.

Invasi sistematicamente da ciclisti non sempre educatissimi (che così protestano per la mancanza di piste ciclabiliLink esterno).

Trasformati in parcheggi dai motociclistiLink esterno.

Assediati dai cassonetti (e talvolta dalla spazzaturaLink esterno).

Utilizzati come vespasianiLink esterno dai nottambuli della movidaLink esterno.

Strettissimi e privi di barriere protettive là dove sfrecciano i tram (nella centralissima via Mercato a Milano, per esempio).

Uno scempio.

Al punto che è nata una campagna sociale ad hocLink esterno.

Si chiama Siamo tutti pedoniLink esterno e cerca di… salvare la pelle ai più deboli fra gli utenti della strada.

Che non godono di alcuna attenzione, stima e tutela né a livello politico né nell'opinione pubblica.

Eppure…

… chi va a piedi non inquina…

… camminare è (meglio, dovrebbe essere) un sano esercizio fisico…

… sui marciapiedi viaggiano bambini, anziani, portatori di handicapLink esterno e mamme con i passeggini.

Nessuno se ne cura.

Gli occhiuti burocrati di Bruxelles, per esempio, invece di passar la vita a scrivere leggi assurde sul diametro delle vongole, la lunghezza delle banane o la curvatura dei cetrioli (non sto inventando, leggete quiLink esterno) farebbero bene a occuparsi, appunto, della tutela dei pedoni.

Che sono a rischio non solo in Italia, ma in tutta l'Unione europea giacchè rappresentano il 21% dei morti sulla strada nei 27 Paesi membri.

Invece, nisbaLink esterno.

C'è più rispetto per chi va in bici, diciamolo, che per chi va a piedi.

Non che pedalare in città sia fuori da ogni rischio, anzi…

Ma salire in sella è una scelta, come spostarsi in scooterLink esterno o mettersi al volante di un'auto.

Camminare, invece, è un diritto.

Un diritto naturale.

E farlo in condizioni di sicurezza dovrebbe essere, appunto, la cosa più naturale del mondo.

In Italia non lo è affatto.

Quindi… state attenti!

Segui @massimodonelliLink esterno

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