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Frontalieri, Berna boccia il Ticino

Valico di Stabio-Gaggiolo: il consigliere di stato ticinese Claudio Zali con il portavoce delle guardie di confine Davide Bassi keystone

Il Consiglio degli stato ha rimandato al mittente tre iniziative cantonali riguardanti le conseguenze negative della libera circolazione delle persone

No, no e ancora no. I senatori svizzeri hanno deciso di non dar seguito a 3 iniziative cantonali ticinesi: l’abrogazione dell’accordo con l’Italia sui frontalieri del 1974, la competenza cantonale di fissare i contingenti dei frontalieri e infine la richiesta di creare uno statuto speciale per il Ticino per combattere gli effetti negativi della libera circolazione.

I motivi delle bocciature

La creazione di una regione a statuto speciale per il Ticino al fine di mitigare le conseguenze della libera circolazione è stata bocciata perché la sua attuazione non troverebbe una maggioranza in Parlamento.

Le altre iniziative sono state bocciate poiché, secondo i senatori, gli obiettivi perseguiti sono in parte stati realizzati. Infatti per quanto riguarda l’abrogazione dell’accordo sui frontalieri, nel frattempo Roma e Berna hanno raggiunto un’intesa circa una modifica della Convenzione per evitare la doppia imposizione. In questo caso, come noto, è stata negoziata una «road map» che dovrebbe condurre a un accordo – migliore di quello attuale per il Ticino – entro la fine dell’estate.

Da ultimo la competenza per la fissazione dei contingenti e tetti massimi riguardanti i frontalieri, i senatori sono dell’avviso che il tema vada affrontato nell’ambito dell’attuale discussione sull’attuazione dell’iniziativa «Contro l’immigrazione di massa».

Contentino

Il Consiglio degli stati ha invece accolto un postulato della sua Commissione dell’economia e dei tributi che incarica il Consiglio federale di presentare un rapporto sui timori e sulle richieste ticinesi nel corso dell’estate. In breve la commissione riconosce che il Ticino è toccato in larga misura dal problema dei frontalieri e dalle conseguenze della libera circolazione delle persone. Il rapporto attesa dovrebbe presentare misure, possibilità di intervento ed eventuali progressi negli ambiti dell’imposizione dei frontalieri, delle convenzioni per evitare la doppia imposizione con l’Italia e della libera circolazione delle persone.

red/ats

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