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Il mea culpa di Macron per il genocidio in Ruanda

In visita a Kigali, il presidente francese ha ammesso le responsabilità del suo Paese per il genocidio che nel 1994 ha sconvolto il Ruanda.

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Vengo qui a riconoscere le nostre responsabilità sul genocidio del 1994 in Ruanda. La Francia ha fatto prevalere per troppo tempo il silenzio sull’esame della verità”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in un discorso di una ventina di minuti al Memoriale del Genocidio a Kigali.

Il viaggio di Macron in Ruanda punta ad essere la “tappa finale della normalizzazione delle relazioni” con la Francia, dopo oltre 25 anni di tensioni legate al ruolo svolto da Parigi in questa immane tragedia. L’Eliseo sostenne concretamente il Governo a guida hutu.

“Questo percorso di riconoscimento, attraverso i nostri debiti, i nostri doni, ci offre la speranza di uscire da questa notte e di camminare nuovamente insieme. Su questo cammino – ha proseguito Macron – solo coloro che hanno attraversato la notte possono, forse, perdonare, farci il dono di perdonarci”.

Al Memoriale di Kigali, sono seppelliti i resti di oltre 250’000 delle circa 800’000 vittime del genocidio, essenzialmente Tutsi.

In precedenza, Macron ha visitato il Museo della memoria, con cartelli pedagogici, video e testimonianze, ma anche vetrine con crani, ossa e abiti stracciati, deponendo una corona di fiori.



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