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L’ex numero uno di Raiffeisen rinviato a giudizio

pierin vincenz
Pierin Vincenz nel 2010, quando l'orizzonte per lui era ancora sgombero di nubi. Keystone/ennio Leanza

Pierin Vincenz, ex presidente della direzione della banca Raiffeisen, una delle più importanti in Svizzera, è accusato dalla procura zurighese di truffa per mestiere, appropriazione indebita, falsità in documenti e corruzione passiva.

Per anni, Pierin Vincenz, 64 anni, è stato considerato da molti un banchiere prodigio della finanza svizzera. Durante il suo ‘regno’, dal 1999 al 2016, Raiffeisen è riuscita a diventare la terza più grande banca svizzera, dietro ai giganti UBS e Credit Suisse.

Poi, nel 2017, la brusca frenata: la Finma, l’Autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari, apre un’inchiesta contro di lui per conflitto di interessi.

Nel 2018, la magistratura zurighese spicca un mandato d’arresto nei suoi confronti in seguito a una denuncia sporta da Aduno, una società di servizi finanziari zurighese attiva nel settore dei pagamenti senza contanti di cui Vincenz era presidente del consiglio d’amministrazione. L’ormai ex prodigio della finanza è incarcerato preventivamente per tre mesi e mezzo.

A quasi tre anni dall’apertura di un procedimento penale nei suoi confronti, martedì il Ministero pubblico zurighese ha rinviato a giudizio Vincenz e l’ex direttore di Aduno (ora Viseca) Beat Stocker.

I due sono accusati di truffa per mestiere, appropriazione indebita, falsità in documenti e corruzione passiva a danno di Aduno e Raiffeisen, indica un comunicato diramato oggi dalla procura.

Vincenz e Stocker si sarebbero arricchiti attraverso acquisizioni operate da Aduno e Investnet. Inoltre, i due avrebbero accollato a Raiffeisen e Aduno spese private.

L’inchiesta ha riguardato altre sette persone che avrebbero aiutato e in parte corrotto attivamente i due accusati principali. “Il 16 ottobre 2020 il ministero pubblico ha concluso il procedimento penale contro queste nove persone con rinvio a giudizio al tribunale distrettuale di Zurigo e due decreti d’accusa”, si legge nella nota.

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tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 3.11.2020)

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