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Eveline Widmer-Schlumpf non si ricandida

Eveline Widmer-Schlumpf al momento dell'annuncio tvsvizzera

La consigliera federale grigionese, politica di punta del Partito borghese democratico, si ritira dal governo federale. Complice l'avanzata della destra e l'indebolimento del centro

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 ottobre 2015 - 20:32

Eveline Widmer-Schlumpf non si ricandiderà per un posto in Consiglio federale il prossimo 9 dicembre. L'annuncio atteso solo per sabato, è stato fatto oggi ai media a Berna. Come i saggi stoici, la consigliera federale ha affermato che "c'è sempre il momento giusto per ritirarsi, e questo è il momento giusto per me". La decisione sarebbe dunque dovuta a motivi strettamente personali. La consigliera federale ha accuratamente evitato di citare la situazione politica attuale. E ha pure evitato di ammettere che la decisione di ritirarsi sia dovuta a un indebolimento sostanziale del centro e in parte anche del suo partito, il partito borghese democratico (PBD).

L'avanzata della destra

Le elezioni federali del 18 ottobre scorso hanno sensibilmente indebolito il centro (del quale la Consigliera federale era una rappresentante) a favore della destra. A causa di questo spostamento, l'UDC - il partito uscito vincitore dalla tornata elettorale - ha chiesto a voce alta un secondo seggio nel governo, ovvero proprio il seggio di Eveline Widmer-Schlumpf. Ora l'UDC è accontentata.

Elezione del governo

Il 9 dicembre prossimo l'Assemblea federale (le due camere unite) dovrà rieleggere il Consiglio federale. Attualmente il governo è composto da 2 socialisti, 2 liberali radicali, un popolare democratico, un democentrista (UDC) e un borghese democratico (rappresentato appunto da Eveline Widmer-Schlumpf). Con ogni probabilità il seggio dei borghesi democratici andrà a favore dell'UDC. Nessuno infatti sembra negare questo diritto al partito di maggioranza relativa del paese.

Ora tocca all'UDC

Il partito di maggioranza relativa e grande vincitrice delle elezioni federali punta dunque al secondo seggio in governo. Come detto, quasi tutti gli schieramenti politici non sono contrari a questa soluzione. Ma occorre attendere ancora un dato essenziale, ovvero i risultati dei diversi ballottaggi nei diversi cantoni che definiranno la composizione del Consiglio degli stati:

1) Se l'UDC e i liberali radicali (PLR) dovessero avere la maggioranza assoluta, come l'hanno già al Consiglio nazionale, qualsiasi candidato presentato dall'UDC dovrebbe essere eletto senza problema.

2) Se i due partiti non dovessero raggiungere la maggioranza assoluta, allora l'UDC sarebbe obbligata a presentare un candidato dell'ala moderata del partito affinché possa essere eletto.

3) Se UDC e PLR non dovessero avere i numeri necessari per eleggere da soli il candidato UDC e se quest'ultimo dovesse presentare un candidato non proveniente dall'ala moderata, allora si aprirebbero diversi scenari possibili. Allora si che l'elezione del governo del 9 dicembre sarebbe davvero interessante.

Eveline Widmer-Schlumpf al momento dell'annuncio Keystone

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