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Emilia Romagna, dopo il diluvio

Ponte delle Grazie, vicino a Ravenna, sotto l'acqua, lo scorso 17 maggio. Keystone / Tommaso Romanin

Reportage sui luoghi colpiti dalle vaste inondazioni a metà maggio. Nonostante le difficoltà quotidiane e i ritardi degli aiuti promessi da Roma la popolazione locale non si vuole arrendere.

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 settembre 2023 - 09:00
tvsvizzera.it con RSI (Falò)

Conselice, Modigliana, Brisighella, toponimi sconosciuti ai più fino al 16 maggio scorso, quando la regione venne investita dalla peggior alluvione della sua storia.

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I nomi di quei piccoli centri dell'Emilia Romagna finirono sulle prime pagine dei giornali, per la straordinaria vastità dei danni che avevano subito.

A quattro mesi di distanza, quei nomi sono tornati anonimi, mentre i danni sono rimasti. Nei frutteti e nei vigneti, nelle case private e nelle biblioteche pubbliche, si continua a lavorare per cercare di mitigare l'impatto della catastrofe.

Un lavoro difficile, penoso, ma senza alternative, perché l'unica altra opzione sarebbe quella di arrendersi e abbandonare tutto, una strada che gli abitanti non hanno alcuna intenzione di imboccare

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