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La Francia stacca la spina alla centrale nucleare di Fessenheim

persone su gommoni davanti a edifici di cemento
La centrale di Fessenheim, a due passi dal confine con la Germania e a meno di 50 km da Basilea, è spesso stata teatro di manifestazioni da parte di oppositori al nucleare, come qui nel 2014 con un'azione degli attivisti di Greenpeace. Keystone / Patrick Seeger

Dopo 43 anni di attività, la più vecchia centrale nucleare francese è stata spenta nella notte tra lunedì e martedì.

La chiusura di Fessenheim era stata annunciata da François Hollande e poi confermata da Emmanuel Macron durante la campagna presidenziale del 2017.

La misura è in linea con l’obiettivo della Francia di ridurre al 50% la quota dell’atomo nella produzione globale di elettricità entro il 2035, proporzione che nel 2019 era del 71%. Ciò implica lo spegnimento di 14 reattori, sei dei quali prima del 2030 (tra cui i due di Fessenheim, il primo era stato dismesso il 22 febbraio scorso).

Secondo un accordo firmato nel settembre 2019, lo Stato indennizzerà la società Électricité de France (EDF) con una prima serie di versamenti per le spese legate alla chiusura della centrale, per un ammontare totale di 400 milioni di euro sull’arco di quattro anni.

Per compensare la perdita di entrate per la società, vi saranno poi fino al 2041 ulteriori esborsi, fissati sulla base della produzione passata della centrale e calcolati a partire dai prezzi di vendita dell’elettricità di origine nucleare.

Il servizio del TG:

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La centrale di Fessenheim si trova in Alsazia, a meno di 50 chilometri da Basilea. Da anni, l’impianto suscita timori legati alla sicurezza, in particolare perché situata in una regione ad alto rischio sismico. Il suo spegnimento era stato chiesto anche dai governi cantonali di Basilea Città e Campagna. Diverse manifestazioni avevano avuto luogo nei pressi della centrale.

Il 20 dicembre 2019 era stata la Svizzera invece a disattivare la centrale nucleare di Mühleberg, nei pressi di Berna. Nella Confederazione sono tuttora attivi quattro reattori, tra cui quelli di Beznau, che sono tra i più vecchi al mondo ancora in funzione (risalgono al 1969 e al 1971).

Nel maggio 2017, approvando il referendum sulla nuova legge sull’energia, la popolazione svizzera ha sancito l’abbandono graduale del nucleare. Le centrali ancora in servizio potranno però continuare a funzionare fino a quando potrà essere garantita la sicurezza. La durata di vita stimata è di 60 anni e quindi i quattro reattori dovrebbero essere disattivati tra il 2030 e il 2040.

tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 30.6.2020)

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