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Svizzera terza al mondo per spese di ricerca

Primissimo piano di un blister sul quale sono posate tre provette; una pipetta riversa del liquido in una di esse
L'industria farmaceutica si conferma tra gli attori più importanti della ricerca in Svizzera. RSI-SWI

Nel 2017, la Svizzera ha destinato a ricerca e sviluppo una cifra pari al 3,4% del suo Prodotto interno lordo. Un investimento che la colloca al terzo posto a livello mondiale dopo Corea del Sud e Israele, stando ai dati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

È quanto rilevaCollegamento esterno martedì l’Ufficio federale di statistica UST. Dei 22,6 miliardi di franchi spesi complessivamente per ricerca e sviluppo (R+S), le imprese ne hanno investiti 15,6 (oltre due terzi del totale) e le scuole universitarie 6,2.

La quota rispetto al PIL è maggiore sia della media OCSE (2,4%) sia di quella dell’Unione Europea (1,9%).

Gli oltre 22 miliardi indicati rappresentano un aumento del 2% rispetto al precedente rilevamento, effettuato nel 2015.

Avanzano scuole e piccole aziende

Negli ultimi nove anni, osserva l’UST, la crescita degli investimenti in R+S è rallentata (tra il 2008 e il 2012 il tasso annuo medio era stato del 5%, per poi passare al 3% tra il 2012 e il 2015) ma l’importo complessivo non ha mai smesso di aumentare.

Per la prima volta in 20 anni, le spese di R+S sono leggermente calate nelle imprese (-11 milioni, che corrispondono a una variazione inferiore allo 0,1%) per effetto delle grandi aziende (100 o più dipendenti) che segnano un -2%. 

Per contro, nelle imprese più piccole sono progredite in percentuali comprese tra il 13 e il 16%.

In un grafico, le cifre investite (in miliardi di franchi) da imprese, scuole e Stato nella ricerca e sviluppo
RSI-SWI

L’aumento globale è riconducibile alle scuole universitarie, che hanno speso 332 milioni in più del 2015, ovvero un +6%.

L’industria farmaceutica si conferma tra gli attori più importanti della ricerca in Svizzera: rappresenta da sola un terzo degli investimenti in R+S.

Alletta la ricerca di base

Dal 2012 la ricerca di base, tradizionalmente prerogativa delle scuole universitarie, gode di sempre maggior appoggio delle imprese private, che nel 2017 hanno destinato alla ricerca pura oltre il 40% delle spese di R+S. In passato, la quota non superava il 25%.

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Il settore pubblico, rappresentato da Confederazione e Cantoni, svolge poche attività di ricerca (le spese non raggiungono l’1% del totale) ma occupa un ruolo di spicco in qualità di finanziatore delle alte scuole. Nel 2017 ha destinato agli atenei, per le loro attività di R+S, quasi 5 miliardi di franchi.

Sempre più ricercatrici

Così come lo sono i flussi economici, le interazioni con l’estero nell’ambito del finanziamento delle attività di R+S sono fitte (1,2 miliardi di franchi sono giunti dall’estero per ricerche in Svizzera, mentre 7,9 miliardi sono stati spesi per attività svolte oltre confine).

Nel 2017, la R+S impiegava in Svizzera circa 125’000 persone (quasi 82’000 posti di lavoro a tempo pieno, ETP), per la maggior parte ricercatori (46’000 ETP). L’UST osserva una graduale crescita della quota di donne, passata dal 32% del 2008 al 36% di questo rilevamento.

In un grafico, i flussi di denaro che intercorrono tra finanziatori ed esecutori della ricerca dettagliati per settore
Ufficio federale di statistica UST


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