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Doris Schopper

Cow pills

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Cow pills

Sweet dreams are made of this

Who am I to disagree?

Eurythmics, Sweet Dreams (Are Made of This)

Sono rosa e sembrano caramelle, invece sono pillole per le mucche,

servono per far ingrassare il bestiame ma le danno anche a

noi bambine per crescere in fretta e mettere su un po’ di carne,

così alzano i prezzi e ci vendono meglio. Non proprio vendere,

più che altro ci affittano per una mezz’ora alla volta, c’è pure chi

fa prima, dipende dagli uomini, sono tutti grandi, anche vecchi

con la barba come mio nonno che non c’è più.

Certi si sbrigano, altri sospirano, qualcuno parla in una lingua

sconosciuta, molti in inglese.

Io un po’ d’inglese l’ho imparato quando andavo ancora a

scuola, prima che la mia famiglia mi cedesse perché era rovinata

dai debiti.

«Nice girl come here…» Basta chiudere gli occhi e pensare alla

grande ruota che gira nel luna park di Dacca, dove hanno promesso

di portarmi… Ma solo se sarai brava, senza fare storie né

capricci, una pillola al giorno e ti crescono le tette in una settima-

na, ti senti tutta gonfia ma agli uomini grandi piace così, ti tastano

come un vitello e se trovano ciccia da prendere in mano pagano

di più.

Non tutte sono fortunate come Shamila che invece ha trovato

un fidanzato che l’ha portata via lontano, perché le pillole a lungo

andare fanno anche male, ma se non le prendi stai ancora peggio

perché ci sei abituata e ti fanno passare i dolori. Non ci si può ammalare,

è un gran peccato se ti succede perché ti scartano e non

lavori più, poi finisci per strada, neanche al bordello dei poveri di

Faridpur ti prendono più, se non hai un bell’aspetto non vali niente

e diventi solo carne da macello, proprio come le mucche.

Mi hanno addormentato con un’iniezione. Ho sognato la ruota

di Dacca tutta illuminata, mentre mi portavano via fegato e

reni. Poi per fortuna mi hanno lasciato morire in pace. Finalmente

non servivo più a nulla.

Le mie Chanel

«Vedi? È così che si muore…»

Ultime parole di Coco Chanel alla sua cameriera

Scusate, è wi-fi questo posto? Non ho neanche una tacca, che

strazio, ma dove sono capitata?

Allora, chiariamo subito, ci dev’essere un equivoco, un fraintendimento,

come si dice un qui pro quo, l’ho già detto alla direzione,

controllate meglio le carte, c’è chiaramente un errore, è

lampante che io non ho niente a che vedere con questo esercito di

poveracce, non per razzismo, per carità, io la famiglia cingalese

che lavorava da me l’ho sempre trattata da dio, avevano persino il

frigo bar nella stanzetta, anche per non sentire l’odore di quei loro

cibi tipici che si attaccano dappertutto e non ti mollano più…

Insomma vorrei uscire da questo girone, come li chiamate voi?

Settori? Si vede benissimo che io non c’entro niente!

Sì, è vero, sono morta per mano di mio marito, no anzi, intanto

non è stato lui materialmente ma ha assoldato dei killer, vuoi

mettere? Ben due e scusate se è poco di questi tempi, di quelli

professionisti veri che si vedono solo nei film americani, non

avrebbe mai permesso che qualche cafone della ‘ndrangheta al

sapor di ‘nduja si occupasse del lavoretto. Almeno l’ultima immagine

che mi è rimasta stampata sulla cornea è stata quella di due

uomini massicci e palestrati con doppiopetto blu, vuoi mettere?

No, carina, non è lo stesso, intanto io son rimasta integra, bella,

elegante, trucco leggero, capelli a posto, senza una macchia di

sangue… mi hanno strangolato con un foulard di seta di Hermès

e hanno avuto l’accortezza di lasciarmelo sul collo a coprire segni

e rughe varie. Cadendo non ho perso neanche le Chanel tacco sei,

ero perfetta.

Non so che mi era preso, volevo lasciarlo, ma così, forse non

dicevo sul serio, era un’ideuzza, un capriccio… Lo so che si poteva

andare avanti in eterno, ognuno faceva la sua vita, aveva le sue

abitudini, camere da letto separate, tanto che ho pensato che

uscendo piano piano, alla chetichella, dalla sua esistenza non se

ne sarebbe neanche accorto. In fondo non mi ha mai amato veramente.

Gli piacevo perché ero decorativa, stavo bene su tutto,

dallo yacht al salotto in pelle bianca, non stonavo mai e impreziosivo

l’ambiente. Non ho mai sbagliato un vestito o una pettinatura,

mai overdressed o underdressed, dove mi appoggiava facevo la

mia porca figura. Non so che mi è preso, chissà che volevo dimostrare…

Me l’aveva sempre detto che ero una cretina, lo diceva

anche mio padre, ma mio marito era più affettuoso, mi chiamava

la sua cretinetta: «Dove vuoi andare cretinetta? Stai buona, vai dal

parrucchiere, fatti le unghie e non pensarci, sei la mia bella statuina,

la mia natura morta preferita, non darmi pensieri che io ne

ho già tanti con l’impresa, le banche, i creditori…». Lui è un manager,

mica un poveraccio da Cavalleria rusticana.

Volevo il divorzio, è allora che l’avvocato gli ha consigliato di

farmi fuori, gli costava meno, anche se i killer non li poteva scaricare

dal 740.

Che vuol dire che alla fine mi ha fatto secca come tutte voi?

C’è morta e morta, e poi io forse me lo sono meritato, in fondo

sono sempre stata una cretinetta, me lo diceva pure papà, anche

se a me questo cretinetta non mi è mai andato giù, ma dove potevo

andare? Che volevo dimostrare?

Allora mi spostate o che? Guardate che qui io non posso rimanerci

un minuto di più!

Se solo prendesse questo telefono saprei io chi chiamare, ma

pure il cellulare ormai è più morto di me…

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