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Al massimo cinque persone? Il messaggio a volte stenta a passare

folla davanti a un campo di calcio
Giovedì circa mille giovani si sono radunati per assistere a una partitella di calcio a Losanna. RTS/Virginie Gerhard

Complice il bel tempo, un po' in tutta la Svizzera sono stati segnalati assembramenti, che hanno riunito anche diverse centinaia di persone.

Dal 20 marzo scorso, gli assembramenti di oltre cinque persone sono vietati in Svizzera e finora il Governo elvetico non ha allentato il provvedimento, ritenendolo uno dei più importanti per evitare la propagazione del coronavirus.

Tuttavia, negli ultimi giorni questa misura sembra essere presa un po’ meno sul serio da una parte della popolazione.

Giovedì sera a Losanna, ad esempio, un migliaio di persone, principalmente dei giovani, si sono radunate per assistere a una partitella di calcio. La polizia, presente sul posto, non è intervenuta, ma è alla ricerca dei responsabili. “Visto il numero di persone, un intervento da parte degli agenti sarebbe stato pericoloso o addirittura controproducente”, ha dichiarato alla Radiotelevisione svizzera Antoine Golay, portavoce della polizia municipale. Le forze dell’ordine si sono dunque limitate a osservare la situazione mantenendosi a distanza.

La polizia sapeva che qualcosa bolliva in pentola, ma non era a conoscenza del luogo esatto, ha detto Golay. “Era dunque difficile impedire questo match in anticipo”, ha aggiunto, precisando che l’organizzazione è avvenuta tramite social network.

Stando all’addetto stampa, altri raduni simili hanno avuto luogo negli scorsi giorni sul territorio cantonale. Inchieste sono in corso e chi verrà identificato sarà denunciato.

Il servizio del TG:

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Sempre giovedì, migliaia di persone hanno preso d’assalto il Creux-du-Van, nel cantone Neuchâtel, uno dei siti naturali più gettonati in Svizzera. L’afflusso di così tante auto ha spinto le forze dell’ordine a sbarrare la strada d’accesso, ufficialmente per evitare problemi alla circolazione e non per ragioni sanitarie. Sabato scorso, era invece stato il turno di Basilea: la folla aveva invaso in serata uno dei quartieri della città. Le autorità sono poi corse ai ripari, vietando a bar e ristoranti di estendere le loro terrazze e instaurando controlli supplementari. Se ciò non dovesse bastare, si valuta la possibilità di limitare l’orario d’apertura fino alle 22.

Se non cambia, si chiude di nuovo

Anche a sud delle Alpi sono stati segnalati assembramenti. A Lugano, il giovedì dell’Ascensione una spiaggetta traboccava di persone.

“Non ci siamo – ha reagito su Facebook il sindaco della città ticinese Marco Borradori. La Città ha riaperto i parchi, le passeggiate, le aree verdiCollegamento esterno… ma se le regole di distanziamento sociale non vengono rispettate, saremo costretti a chiudere nuovamente tutto, a scapito della maggioranza della popolazione che sta affrontando questa fase 2 con prudenza e attenzione #nonandràtuttobene”.

Le considerazioni dell’infettivologo ticinese Christian Garzoni:

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