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Parlamento, il servizio civile non si tocca

Persona con giacca con la scritta Servizio civile in quattro lingue.
Secondo la maggioranza dei deputati, per garantire il numero di effettivi nell'esercito bisogna rendere più attrattivo il servizio militare, non rendere meno attrattivo quello civile. Keystone / Christian Beutler

Le condizioni d'accesso al servizio civile non saranno rese più restrittive. Il Consiglio nazionale (Camera bassa del Parlamento elvetico) ha bocciato a sorpresa una riforma in tal senso con 103 voti contro 90 e 5 astensioni.

Nel corso dei tradizionali voti finali in chiusura della sessione (che normalmente sono una formalità), il Nazionale, diversamente dal Consiglio degli Stati (Camera alta), ha voluto lasciare il segno facendo uno “sgambetto” agli ambienti più vicini all’esercito e alla ministra della difesa, Viola Amherd, bocciando la riforma in senso restrittivo del servizio civile.

L’opposizione è venuta dalla sinistra, appoggiata dai Verdi liberali e da parte del Gruppo del Centro. Inutile dunque il “sì” degli Stati, che in precedenza avevano adottato la riforma con 33 voti contro 12.

La riforma prevedeva in particolare un periodo di attesa di dodici mesi per quei soldati che dopo la scuola reclute chiedono di passare al servizio civile (33% delle ammissioni). Il Nazionale in un primo tempo aveva respinto la misura, ma poi si era allineato agli Stati nel corso delle discussioni.

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Durante i dibattiti, la maggioranza borghese aveva ricordato come spesso i soldati che passano al servizio civile una volta conclusa la scuola reclute lo fanno in relazione alla loro carriera professionale o per praticità. Il servizio civile è però stato istituito per chi non può prestare servizio militare per motivi di coscienza. Con il periodo d’attesa, inoltre, si potranno garantire gli effettivi dell’esercito, era stato sottolineato.

Tra gli altri punti della riforma figurava l’aumento a 150 del minimo di giorni di servizio da prestare e l’applicazione pure a sottufficiali e ufficiali del fattore 1,5 (vanno svolti una volta e mezzo i giorni di servizio militare). Lo scopo era quello di rendere più difficile il trasferimento dall’esercito al servizio civile.

La sinistra e i Verdi liberali avevano, fino a questo momento invano, replicato che il servizio civile offre un prezioso contributo alla società. Sarebbe insomma più sensato rendere più attrattivo il servizio militare, piuttosto che ostacolare l’accesso a quello civile. Alcuni oratori avevano giudicato il periodo di attesa di 12 mesi un’inutile vessazione, volta a scoraggiare un potenziale candidato al servizio civile.

La Federazione svizzera del servizio civile CIVIVA, il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE), i Verdi e il Partito Socialista avevano già annunciato un referendum contro le modifiche di legge. Anche i Verdi liberali si erano detti disposti a sostenerlo. Ora è stato definitivamente affossato.


tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 19.06.2020)

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