Non solo cucina italiana, anche lo jodel diventa patrimonio UNESCO
Lo Jodel, canto tipico elvetico, è stato iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dall'Unesco.
Lo jodel è diventato patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Lo ha comunicato Collegamento esternogiovedì l’Ufficio federale della cultura.
Questa tradizione elvetica è stata inserita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, che intende salvaguardare un patrimonio che non si materializza nello spazio o in qualcosa di costruito, ma nella conoscenza, nelle pratiche comunitarie e nelle interazioni sociali.
>>> Il servizio del TG 20.00 della RSI del 10 dicmbre 2025 sull’iscrizione della cucina italiana e dello jodel al Patrimonio mondiale immateriale dell’Unesco:
Considerato il “canto emblematico della Svizzera”, lo jodel comprende una grande varietà di forme di espressione artistica ed è profondamente radicato nella popolazione, si legge nel dossier di candidatura, compilato dalla Confederazione insieme ad esperti della disciplina canora e presentato nel 2024. In Svizzera vi sono oltre 12’000 jodler, membri dei 711 gruppi riconosciuti dall’Associazione federale degli jodler.
Questa disciplina canora alterna la voce di petto e il falsetto e utilizza sillabe prive di significato, spesso legate ai dialetti locali. Si tratta di una tradizione ben radicata nella popolazione: può essere cantato da voci soliste, in piccoli gruppi o in coro ed è talvolta accompagnato da strumenti musicali come la fisarmonica. Caratterizzato da una forte sonorità, questo canto anima concerti, feste e competizioni, dove i protagonisti spesso sfoggiano i costumi tradizionali regionali.
Secondo l’Ufficio federale della cultura (UFC), lo jodel è praticato anche al di fuori delle associazioni e dei cori tradizionali. Non si tratta solo di un retaggio del passato: diversi artisti contemporanei si sono avvicinati a questo canto, “a conferma della vivacità di una tradizione in continua evoluzione”, scrive l’UFC.
Lo jodel come espressione di appartenenza e identità culturale
Hector Herzig, segretario centrale dell’Associazione svizzera di jodel, ha definito l’inserimento nella lista un “meraviglioso segno di riconoscimento”. “È un apprezzamento dello spirito di appartenenza, della passione e dell’identità culturale che da generazioni caratterizzano lo jodel in Svizzera”.
Lo jodel non è limitato alla Svizzera, ma è diffuso anche in Baviera e in Austria, dove fu inizialmente introdotto a metà del XIX secolo da gruppi di cantanti tirolesi, come si legge nel dossier di candidatura. Inoltre, lo jodel è praticato in Africa centrale, nel Nord Europa e in Georgia. Il canto polifonico georgiano era già stato inserito nella lista del patrimonio culturale immateriale nel 2008.
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Le origini dello jodel: un canto “affettivo”?
“Esistono circa sette diverse ipotesi sull’origine dello jodel”, spiega Nadja Räss, professoressa e responsabile del dipartimento di musica popolare e jodel presso l’Università di Lucerna. “La mia ipotesi preferita è quella affettiva, secondo cui lo jodel è nato come espressione di sentimenti”.
Nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO figurano già altre tradizioni svizzere. Dopo la Festa dei vignaioli iscritta nella Lista rappresentativa nel 2016, il Carnevale di Basilea iscritto nel 2017, la gestione del rischio di valanghe iscritta nel 2018 (con l’Austria), le processioni della Settimana Santa di Mendrisio iscritte nel 2019, le competenze nella meccanica degli orologi e d’arte iscritte nel 2020 (con la Francia) e la stagione alpestre iscritta nel 2023, quest’anno è la volta dello jodel. Rimane ancora sulla lista indicativa il design grafico e tipografico svizzero.
>>> Le altre tradizioni svizzere iscritte nella lista dell’Unesco:
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Le dieci tradizioni svizzere nella lista dell’UNESCO
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