Ghiacciai e fede: la processione che si adatta ai tempi

A Fiesch, piccolo comune vallesano, una processione secolare si è adattata ai cambiamenti climatici, riflettendo il mutevole rapporto tra l’uomo e la natura nelle Alpi.
Il ghiacciaio dell’Aletsch, un tempo, era temuto per la sua avanzata. Rappresentava una minaccia per i pascoli, le case. La popolazione per gestire un problema che riteneva incontrollabile ricorse allora alla fede e diede vita a una processione. Ma negli ultimi decenni a far paura è il suo ritiro. La processione anti-ghiacciaio si è così trasformata in un rito pro-ghiacciaio.
Una tradizione che si rinnova
Herbert Volken, guida alpina 76enne con una lunga tradizione familiare alle spalle, racconta l’origine di questa processione: “Uno della nostra famiglia, Johann Josef Volken, era sacerdote a Fiesch. Vedendo i ghiacciai crescere sempre di più, si spaventò e disse: ‘La tecnica è impotente e solo Dio può aiutarci’”.
Il servizio radiofonico di Marija Jannuzzi:
Fu così che nel 1678, con l’autorizzazione di Papa Innocenzo XIII, nacque la processione del 31 luglio, giorno di Sant’Ignazio, per chiedere protezione dalle forze della natura.
Con il passare del tempo e il progressivo ritiro dei ghiacciai, la comunità ha sentito la necessità di adattare il significato della processione. Herbert Volken, promotore di questo cambiamento, spiega: “Abbiamo cominciato a pensare: cosa facciamo per far crescere di nuovo il ghiacciaio? La preghiera ha avuto un effetto così forte, troppo forte!”.
Nel 2009, dopo un lungo percorso burocratico, Volken ha ottenuto udienza da Papa Benedetto XVI e il benestare per riorientare il voto. Oggi, la processione prega per la conservazione del ghiacciaio. “I ghiacciai – afferma Volken – sono molto importanti. Il ghiaccio è acqua e l’acqua è vita. Non possiamo sopravvivere senza questa linfa vitale “.

Religione e Alpi
Il rapporto tra religione e Alpi è un tema complesso, come spiega Daria Pezzoli-Olgiati, storica delle religioni e professoressa all’Università di Monaco di Baviera: “Le Alpi sono un ambiente ostico per la vita quotidiana. Le articolazioni religiose, nella loro varietà, fanno vedere questo tentativo di dare un senso a questa tensione tra il fascino delle Alpi e la fragilità del corpo umano al loro interno”.

Pezzoli-Olgiati sottolinea come le pratiche religiose si adattino nel tempo: “L’idea che la religione sia una cosa sempre uguale non corrisponde a ciò che si può osservare. Così come ogni generazione si adatta all’ambiente in cui vive, anche la religione segue le persone ed è sempre molto innovativa”.
La processione di Fiesch, con la sua evoluzione da rito per frenare l’avanzata del ghiacciaio a preghiera per la sua conservazione, rappresenta un esempio tangibile di come le comunità alpine cerchino di dare senso ai cambiamenti ambientali attraverso la spiritualità, adattando tradizioni secolari alle sfide del presente.

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