Le Fornaci di Riva San Vitale, da realtà ottocentesca a moderno patrimonio europeo

La storica struttura, fresca di ristrutturazione, è stata inserita tra i 400 luoghi di eccellenza del programma delle Giornate europee del patrimonio.
All’insegna del tema “Storie di architettura”, il 13 e 14 settembre si schiuderanno le porte di oltre 400 luoghi eccezionali in occasione delle Giornate europee del patrimonio 2025.
Un’opportunità per scoprire la formazione, la conservazione e lo sviluppo del patrimonio costruito. Quella di quest’anno è la cinquantesima edizione europea e la trentaduesima cui aderisce anche la SvizzeraCollegamento esterno.
Nel 2025, le Giornate europee del patrimonio “saranno incentrate sul patrimonio costruito che caratterizza l’ambiente in cui viviamo ed è indissolubilmente associato alla nostra identità”, si legge sul sito ufficialeCollegamento esterno della ricorrenza.
“È una testimonianza del nostro passato e delle trasformazioni della società. I materiali, gli edifici e le strutture nelle città e nei villaggi ne permettono di decifrare la storia. Se ne reperiscono tracce sulle nostre piazze del mercato, nell’infrastruttura urbana, in stabili residenziali, chiese, edifici agricoli, mura cittadine e campi assembleari, talvolta come rovine o celate sotto il suolo”.
Le fornaci di Riva San Vitale
Tra queste strutture ci sono anche le fornaci di Riva San Vitale. Una realtà artigianale di cui il cantone Ticino, una volta, era ricco, ma che con il tempo ha dovuto lasciare spazio a processi di creazione industriali: più veloci e con maggiore produzione.
Questo piccolo comune del Mendrisiotto affacciato sul Lago di Lugano è tradizionalmente stato abitato da famiglie di agricoltori e pescatori. Ma ha anche vantato una fiorente attività laterizia che è durata fino al XX secolo e di cui il paese conserva ancora le tracce, negli edifici, nei nomi dei quartieri e nei ricordi delle persone che vi abitano.

La rinascita
Nel rione che sorge all’estremità del nucleo, chiamato – per l’appunto – Fornaci, troneggiano gli edifici della famiglia Pellegrini che risalgono al 1800. Qui, negli anni, c’è stata una vivace produzione di mattoni e di coppi, alimentata dalla presenza, negli immediati pressi, di due cave d’argilla.
Nel 2021 il Comune ha acquistato le strutture dai Pellegrini, che ancora ne detenevano la proprietà, e ha intrapreso un’iniziativa per la collettività. Grazie anche al sostegno del Dipartimento cantonale del territorio e dell’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e del Basso Ceresio, Riva San Vitale ha dato in mano all’architetto Enrico Sassi il progetto per ricreare nuove Fornaci, con spazi rispettosi della tradizione e pionieristici nella loro visione rinnovata.

La ristrutturazione ha infatti avuto lo scopo di dar vita ad un luogo che possa ospitare contenuti artistici, formativi, culturali e sociali. Contenuti che coinvolgano la comunità nella sua complessità, e che ora spetterà strutturare alla Fondazione Le Fornaci di Riva San VitaleCollegamento esterno, nata nel 2024.
Inaugurazione e porte aperte
Le nuove Fornaci sono state inaugurate nel primo fine settimana di settembre. E sono subito pronte ad aprire nuovamente le proprie porte a curiosi e curiose che potranno visitarle nel corso del fine settimana del 13 e del 14 di questo mese.
È stato il Comune stesso ad annunciare l’inserimento delle fornaci nel programma delle Giornate europee del patrimonio, in un’edizione che invita a riflettere sul rapporto con l’ambiente costruito, sulla cultura e costituzione e sull’impatto sociale.
“La cultura della costruzione si dipana a partire dal paesaggio aperto, e include tanto il costruito come l’inedificato, l’intramezzo. Comprende l’intera sistemazione del territorio, dalle scelte politiche e dai processi di pianificazione, e incide sulla convivenza sociale. Il tema delle ‘Storie di architettura’ mette in relazione il patrimonio costruito con il presente e il futuro. Concerne tutta la società e quindi anche il patrimonio architettonico di minoranze, gruppi marginali e persone senza lobby”, si legge ancora sul sito svizzero delle Giornate europee del patrimonio, nella sezione in cui viene spiegata la natura del temaCollegamento esterno di quest’anno.
Caratteristiche e potenzialità
Una descrizione che, dalle premesse, sembra calzare al progetto di rinascita delle Fornaci. Nel corso della ristrutturazione si infatti cercato di conservare il più possibile le strutture originali. Tra queste, anche “gli equilibri precari dati dalle mura e dalle travi di sostegno”, si leggeCollegamento esterno nell’illustrazione del progetto.
Mentre a garantirne la stabilità e la sicurezza complessiva, è stato impiegato un elemento architettonico innovativo: una struttura metallica, una sorta di scheletro che avvolgerà i tre edifici.
Il risultato è un misto tra storia e modernità, in cui le vecchie fornaci mostrano le cicatrici del tempo e, al contempo, sfoggiano materiali solidi e caratteristiche avanzate.
Sul piano produttivo, la struttura conta inoltre delle novità uniche per il territorio. Uno dei due nuovi forni a gas permetterà infatti di cuocere oggetti di grandi dimensioni che in altre fornaci del cantone non troverebbero posto.
Per chi lavora in ambienti artisti, così come per gli enti con un interesse a collaborare, i due forni professionali rappresentano un’opportunità rara. Lo stesso vale per l’atelier, munito di torni e tavoli da lavoro, che si trova nell’ex essiccatoio, e per gli spazi adatti a eventi pubblici di vario tipo e a esposizioni.
>>> Dagli archivi della RSI, un servizio del Quotidiano sulle fornaci ticinesi andato in onda il 10 ottobre 1998. Tra gli intervistati figurano l’architetto Mario Botta, gli abitanti di Riva San Vitale Giovanni Vassalli e Domenico Pellegrini e la ricercatrice Sandra Eberhardt Meli:

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.