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Maurer difende la Via della seta

In occasione dell'apertura a Pechino del vertice sulla nuova Via della Seta cui parteciperà, il presidente della Confederazione Ueli Maurer difende il controverso megaprogetto cinese, sostenuto meno di un mese da dall'Italia.

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 aprile 2019 minuti
tvsvizzera.it/fra con RSI
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I miliardi investiti a livello planetario faranno crescere l'economia mondiale, creando "lavoro e sicurezza", e "dove c'è benessere ci sono meno guerre", afferma in una intervista pubblicata dal quotidiano zurighese "Neue Zürcher Zeitung".

Con questa iniziativa, la Cina fa certo "anche i propri interessi", riconosce il consigliere federale, che è anche ministro elvetico delle finanze. Li fa tuttavia allo stesso modo ogni potenza economica mondiale, aggiunge. A suo avviso, il progetto ha senso solo se non è unicamente economico, ma "aiuta a collegare le culture e a migliorare la reciproca comprensione".

Una quarantina di capi di Stato e di governo e altri rappresentanti di un centinaio di paesi sono attesi venerdì e sabato a Pechino per il secondo forum sulla Belt and Road Initiative (BRI), detta anche "One Belt One Road", iniziativa lanciata dalla Cina per sviluppare una nuova Via della Seta verso l'Europa con corridoi terrestri e marittimi che passano anche per l'Asia settentrionale, meridionale e sudorientale toccando anche l'Africa.

Essa prevede la costruzione di porti, linee ferroviarie, aeroporti e parchi industriali per oltre 1000 miliardi di dollari. Gli scettici sottolineano i rischi di indebitamento per i paesi più poveri che beneficiano di prestiti, con il conseguente pericolo di un allineamento politico con il regime di Pechino.

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