Dopo essersi rivolto già ad altri Governi tramite videochiamata (ha parlato con Berna tre giorni fa), il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto martedì al Parlamento italiano.
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tvsvizzera.it/mrj con agenzie
Il capo di Stato ucraino è stato accolto da una standing ovation da parte dei parlamentari, appena la sua immagine in diretta è stata proiettata nell’Aula di Montecitorio. L’invasione russa, ha dichiarato il capo di Stato ucraino nel corso del discorso durato 12 minuti, “sta distruggendo le famiglie mentre la guerra continua a devastare città ucraine”. “Immaginate Genova completamente bruciata”, ha detto, comparando la città con il porto meridionale di Mariupol, assediato e bombardato da settimane.
“L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo e loro vogliono entrare in Europa, ma la barbarie non deve entrare”, ha aggiunto, prima di chiedere nuove sanzioni nei confronti di Mosca. “Gloria all’Ucraina” sono state le sue ultime parole prima di scollegarsi.
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Il premier Mario Draghi gli ha poi risposto, definendo “eroica” la resistenza degli ucraini: “L’Italia ha ammirato il coraggio, la determinazione, il patriottismo del presidente e del popolo ucraino”. Ha poi ricordato che in Italia sono stati congelati beni per oltre 800 milioni di euro di oligarchi russi vicini a Putin. Il Paese, ha detto, non chiuderà gli occhi di fronte alla tragedia ucraina: “A chi scappa dalla guerra dobbiamo offrire accoglienza e di fronte ai massacri dobbiamo rispondere con aiuti, anche militari, alla resistenza”. L’Italia, ha sottolineato Draghi, vuole l’Ucraina nell’Unione europea al più presto.
Il Papa ha chiamato Zelensky
Prima del suo intervento, Zelensky è stato anche contattato da Papa Francesco che, stando al leader ucraino, gli ha “rivolto parole molto importanti”. Zelensky ha raccontato al Pontefice “la difficile situazione umanitaria e il blocco dei corridoi di soccorso da parte delle truppe russe”. Nel corso del suo intervento a Montecitorio, ha ringraziato il Papa “per le preghiere per l’Ucraina e la pace”, prima di aggiungere che “il ruolo di mediazione della Santa Sede nel porre fine alla sofferenza umana sarebbe accolto con favore”. Un ruolo di mediazione sostenuto anche da Matteo Salvini, che ha dichiarato: “Credo che la telefonata tra il Santo Padre e Zelensky sia la chiave. L’uomo di governo che sta lavorando di più per la pace è il Santo Padre”.
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