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Vincono i repubblicani, ma non stravincono

Si sono chiusi i seggi per le elezioni di Midterm negli Stati Uniti e l'onda rossa prevista da sondaggi e osservatori alla vigilia non c'è stata.

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La Camera statunitense sembra poter cambiare colore con un passaggio di maggioranza dal blu democratico al rosso repubblicano dopo le elezioni di metà mandato, ma non accadrà con la valanga sperata dal Grand Old Party e da Donald Trump. 

È invece in bilico il Senato, 48 seggi contro 48, una gara all’ultimo voto che tra l’altro potrebbe non considerarsi conclusa per settimane, in quanto per la Georgia – Stato chiave, a questo punto decisivo per il controllo della camera alta – si profila un ballottaggio il 6 dicembre. 

Una delle novità di queste ore riguarda la corsa serratissima fra tra il reverendo dem Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker, entrambi sotto il 50% necessario per essere eletti al primo turno. Non è ancora ufficiale, ma con il 96% dei voti scrutinati a separare i contendenti c’è solo una manciata di voti, non sufficiente per attribuire il seggio che resta quindi ‘too close to call’: un responsabile elettorale, Gabriel Sterling, in un tweet ha scritto di ritenere a questo punto probabile il secondo turno.

Intanto i democratici hanno incassato una vittoria importante in Pennsylvania, con il vice governatore dem John Fetterman che al Senato ha prevalso sul chirurgo Mehmet Oz, quel ‘dottor Oz’ televisivo che Trump aveva fortemente voluto andando contro anche qualche parere nel partito. Fetterman, in via di recupero dopo un ictus che lo ha colpito durante le primarie, consegna così al partito del presidente Joe Biden un risultato cruciale in uno swing state decisivo per le elezioni del 2024.

Sul fronte repubblicano la notte elettorale ha però già incoronato un vincitore: l’italo-americano Ron DeSantis, riconfermato a valanga governatore di una Florida sempre meno swing state e sempre più rosso Gop. Un “successo storico”, come lo ha definito lui stesso, che rafforza le sue ambizioni presidenziali facendolo entrare in rotta di collisione con Trump, che lo ha dimenticato nelle congratulazioni e anzi ha fatto sapere di essere pronto a spiattellare “cose non belle” su di lui perché lo conosce “più di chiunque altro, forse più di sua moglie”.

A Trump è andata bene con il finanziere-scrittore JD Vance, autore del libro ‘Hillbilly Elegy’ divenuto poi un film su Netflix, ma – ancora in Pennsylvania – pesa la sconfitta del suo alleato (negazionista) Doug Mastriano, battuto dall’attorney general dem Josh Shapiro nella corsa a governatore.

Va intanto ai democratici la gara per il governatore anche nei feudi della California con Gavin Newsom e di New York con Kathy Hochul; ma la perdono in Georgia con Stacey Abrams, sconfitta per la seconda volta da Brian Kemp (un repubblicano ostile a Trump). Un flop in serie che si aggiunge a quello di Beto O’Rourke nella corsa in Texas per il Senato, terza debacle consecutiva in 4 anni.

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